Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2023

persone già festeggia la vittoria di Erdoğan. I sostenitori sventolano bandiere della Turchia cantando che: «C’è solo un uomo in grado di guidare il Paese». È blindata Sultanahmet, polizia e militari hanno transennato le strade impedendo l’accesso a qualsiasi veicolo, tutta la zona è sorvolata da elicotteri. Proprio qui, questa sera, si terrà il discorso di chiusura della campagna elettorale di Erdoğan. Un «dedem» come avversario Il modo di comunicare dei due principali candidati, fino a ora, è stato totalmente opposto. Altisonante quello di Erdoğan che ha parlato spesso dal palazzo presidenziale, circondato dai suoi uomini e dai militari come in una continua parata. Kılıçdaroğlu, invece, ha spesso postato video su internet dalla sua cucina, quella di una normalissima casa. Per la sua età, i modi pacati e le buone maniere, l’avversario di Erdoğan è stato soprannominato dai suoi elettori più giovani: «dedem» (mio nonno, in turco). Arrivo nel quartiere di Besiktas, una delle roccaforti di Kılıçda- roğlu, il 14 maggio. Anche questa mattina c’è molta tensione, le strade sono semideserte in una calma irreale. Massiccia è la presenza di militari e polizia. Malgrado tutti i candidati abbiano chiesto, ai propri elettori, di non uscire per strada e di non manifestare, si ha molta paura che, qualsiasi sarà il risultato, possano esserci scontri e violenze. Incontro il mio interprete, ha appena votato per Kılıçdaroğlu: «Sono venuto qui a lavorare con te in segreto. Lavoro per una compagnia gestita dalla famiglia di Erdoğan, potrei perdere il mio posto se si venisse a sapere che sto collaborando con un giornalista. Potrei comunque anche perderlo se dovesse vincere Kılıçdaroğlu, ma non mi importa. Siamo stanchi di questa situazione, cambierei volentieri lavoro se questo dovesse significare avere un presidente diverso». Mentre ci rechiamo in una delle scuole adibite a sede elettorale, un gruppo di anziani richiama la nostra attenzione mostrandoci, con le dita, il segno «V» di vittoria. «Questa notte finalmente potremmo riavere una vera democrazia - spiega uno di loro -. Sono pensionato, ho lavorato come rappresentante commerciale in giro per la Turchia e per l’Europa. Molti vedono il nostro Paese ancora come un luogo dalla mentalità chiusa, ma il desiderio di molti di noi è quello di convivere con tutte le nostre religioni ed etnie: musulmani, cristiani, curdi, turchi, tutti pacificamente. La politica di Erdoğan è sempre stata incentrata su odio e divisione. Ma questa sera, sarà la fine di tutto questo». Arrivato davanti a una scuola, AGOSTO-SETTEMBRE 2023 | MC | 21 Qui: al posto dei classici manifesti elettorali, la Turchia era addobbata con migliaia di bandiere che mostravano il volto dei candidati; qui quello di Erdogan. | A sinistra: uomo seduto di fronte alla Moschea Blu, a Sultanahmet, uno dei luoghi più visitati della Turchia. “ Le conseguenze del terremoto di febbraio sono state ingigantite dalla corruzione endemica. Erdogan | islamizzazione | politica internazionale febbraio ha cambiato qualcosa nell’opinione pubblica. Molto ha pesato la cattiva gestione dei soccorsi da parte del presidente, il quale ha favorito l’invio di aiuti in alcuni luoghi, rallentando invece quelli verso le zone a lui ostili, come quelle a maggioranza curda. Inoltre, l’altissimo livello di corruzione presente in Turchia si è nuova- mente palesato quando si è scoperto che le enormi cifre destinate alla messa in sicurezza degli edifici a rischio non sono mai state impiegate o, comunque, sono state usate solo parzialmente. Tutto questo ha aperto gli occhi a molti elettori, soprattutto i più moderati, che hanno spostato il proprio voto su Kılıçdaroğlu. Ad oggi, le preferenze degli abitanti di Istanbul, così come quelle di tutto il popolo turco, sono divise quasi perfettamente a metà. A Sultanahmet, uno dei quartieri più famosi della città, luogo dove sorgono la Moschea Blu e Aya Sophia, un numeroso gruppo di

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