| MC | amico MAGGIO 2023 74 Parole di corsa Padre Gianni Treglia nasce a Cursi (Lecce), nel 1968. S’innamora fin da ragazzo della missione grazie ai racconti di suore e sacerdoti. Diventa missionario lui stesso e parte per 16 anni di Tanzania dove lavora nella formazione, nell’animazione missionaria, nella missione di periferia, nell’informazione. Nel 2011 è destinato in Italia dove lavora nell’animazione in Lombardia e nell’accoglienza dei migranti in Sicilia. Oggi è superiore della Regione Europa. TESTO DI LUCA LORUSSO FOTO DI GIANNI TREGLIA Vivi per... «Sono nato a Cursi, in provincia di Lecce il 29 aprile 1968. Sono diventato missionario della Consolata il 26 agosto 1990 con la professione religiosa a Vittorio Veneto (Tv). Sono stato ordinato sacerdote a Cursi il 7 luglio 1995». Padre Gianni, perché sei missionario della Consolata? «Fin da ragazzino ero affascinato dai racconti di una suora del mio paese, missionaria in Tanzania (interessante che dopo tanti anni ci sarei finito anch’io in Tanzania; coincidenza?). Questa passione mi è sempre rimasta, e con essa il desiderio di Africa, di andare dove qualcuno avesse bisogno. Da lì nacque la mia ricerca missionaria. Entrai nel seminario della mia diocesi, non capendo ancora cosa volessi fare esattamente della mia vita. Proprio durante gli anni di seminario, non mi lasciai scappare l’occasione di incontrare e dialogare con missionari che passavano per qualche incontro o testimonianza. Tra i tanti, mi affascinò tantissimo padre Francesco Babbini, missionario della Consolata con una vita spesa in Venezuela. Il suo entusiasmo mi prese fin da subito. Il suo amore per la missione si vedeva a ogni parola detta. La sua gioia di appartenere all’Imc lo portava a dire: “Siamo una famiglia”. Mi incollai a lui per ascoltarlo, sentire la sua passione. Purtroppo tutto questo durò solo un paio di mesi: morì improvvisamente all’età di soli 52 anni. Era il 19 marzo 1984, io avevo 16 anni. Fu allora che decisi di diventare missionario della Consolata: un missionario veniva meno, qualcuno avrebbe dovuto prenderne il posto. Così, l’anno successivo, nel settembre del 1985, entrai nella comunità dei missionari, a Bevera, finii i miei studi di liceo e poi andai a Torino per la filosofia. Entrai in noviziato a Vittorio Veneto nell’agosto ‘89, e l’anno successivo feci i voti religiosi. Poi fui destinato a studiare teologia presso il seminario internazionale di Roma Bravetta. Finiti gli studi, fui ordinato sacerdote nel 1995 e subito destinato alla missione in Tanzania. Sono rimasto lì fino al 2011». Come hai vissuto la missione in Tanzania? «Come un sogno realizzato. Sono stati anni bellissimi, intensi, vissuti ancora con gli occhi di Padre Gianni Treglia nel 2008 a Kigamboni in Tanzania.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=