42 ossier Papa Francesco ha visitato il paese maghrebino nel marzo 2019, accolto dal sovrano marocchino, re Muhammad VI, sul trono dal luglio 1999. Dal novembre 2020, i Missionari della Consolata operano a Oujda, città nell’estremo orientale del paese, a circa 15 chilometri dal confine con l’Algeria e circa 60 a sud del Mediterraneo. I primi marocchini arrivarono in Italia negli anni Settanta, epoca che segna l’inizio dell’immigrazione dai paesi non europei. Oggi, quelli in regola sono circa 400mila, costituendo la prima comunità di stranieri extra Unione europea. Su quasi 3,3 milioni di stranieri non comunitari presenti in Italia, l'11,8% proviene dal Marocco. La metà di loro è residente in tre regioni del Nord: Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte (infografica a lato). Nel rapporto La comunità marocchina in Italia (2021) del ministero del Lavoro, si legge: «Il radicamento della comunità marocchina nel tessuto sociale italiano è reso evidente anche dall’ampio coinvolgimento nei matrimoni misti, per i quali la comunità in esame risulta prima, tra le principali non comunitarie». Eppure, nonostante i numeri, la storia e una fede islamica più tollerante, nei loro confronti non sono scomparsi sentimenti di razzismo, più o meno palesi. Ne Il razzismo spiegato a mia figlia Tahar Ben Jelloun, forse il più celebre tra gli scrittori marocchini, dà una definizione tanto sintetica quanto incontrovertibile: «Il razzismo è ciò che trasforma le differenze in disuguaglianze». Le differenze sono tante, ma arricchenti. «Spesso - ha scritto il professor Mohammed Hashas - è difficile per un marocchino definirsi perché ci tiene a mantenere quella molteplicità di ricchezze che lo contraddistingue, una liasion tra la cultura e l’identità amazigh (berbera, ndr), araba, africana, mediterranea e internazionale». Paolo Moiola B andiere rosse sventolate da donne, uomini e bambini, tutti con un enorme sorriso stampato sul viso. Era dicembre quando gli emigrati marocchini di tutta Europa - in tutto sono oltre quattro milioni di persone - sono scesi nelle strade e nelle piazze per festeggiare la propria nazionale di calciO, prima squadra africana e araba a raggiungere una semifinale ai mondiali. Un evento a suo modo storico che ha riempito d'orgoglio un paese e un popolo spesso umiliati. Una festa durata però lo spazio di qualche giorno. Poi, la realtà è tornata a dettare l'agenda Negli stessi giorni delle finali dei mondiali del Qatar sono, infatti, esplosi gli scandali noti come «Qatar gate» e «Marocco gate»: mazzette date a vari rappresentanti del Parlamento europeo per influenzare le decisioni riguardanti i due paesi. Sui servizi di intelligence del Marocco è anche caduta l'accusa di aver utilizzato Pegasus, il software di spionaggio sviluppato dall’azienda israeliana Nso Group, per spiare uomini politici (forse anche il presidente francese Macron), giornalisti, oppositori sgraditi. Se confermata, si tratterebbe di una notizia nella notizia. Marocco e Israele, infatti, non avevano rapporti ufficiali fino ai cosiddetti «accordi di Abramo», sottoscritti (sotto la spinta di Washington) il 10 dicembre del 2020. . I numeri sono da plebiscito russo o cinese. Secondo le statistiche ufficiali, in Marocco, su una popolazione totale di 38 milioni, il 99 per cento è di fede islamica. Si tratta di un islam sunnita aderente alla scuola malikita (corrente che allarga le fonti del diritto islamico). Quello marocchino è un islam moderato. Ciò non significa che l'estremismo sia completamente assente dal paese. La storia racconta di un attentato a Casablanca nel 2003 (con 45 morti) e di uno a Marrakech nel 2011 (18 morti). La popolazione cristiana è stimata in circa 40mila persone (30mila cattolici). Umma calcistica © Matteo Imperiali - Pixabay © Thomas Coex - AFP
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