vorato per molti anni imparando la lingua e apportando alle comunità molti elementi di formazione umana e recupero della loro cultura. In Colombia, con i popoli dell’Amazzonia, condividiamo un dialogo interreligioso molto profondo: la nostra esperienza di fede cristiana e cattolica si è incontrata con la loro spiritualità che ha molti punti d’incontro con la fede in Cristo. E abbiamo anche conosciuto il loro amore e rispetto per la Madre Terra che noi bianchi finora abbiamo concepito soltanto come un luogo di sfruttamento senza limiti. Nel 1991 la nuova Costituzione colombiana ha rivalutato i popoli indigeni. Prima di essa, essere indigeno era sinonimo di inferiorità. Per questo motivo molti hanno abbandonato la propria identità e si sono uniformati alla cultura occidentale. Toribío e il progetto Nasa Lo scorso settembre sono stato alcuni giorni a Toribío, nella regione andina del Cauca, per un incontro con i rappresentanti dei Nasa. È stata l’occasione per toccare con mano come un popolo originario che recupera la propria identità e ne è fiero, può contribuire a dare uno stile alternativo al nostro modo di vivere. In quei giorni ho compreso il grande accompagnamento realizzato da oltre cinquanta missionari che, in 38 anni di presenza dell’Istituto della Consolata, hanno vissuto con il popolo nasa. È stata realizzata un’evangelizzazione che non partiva dal principio della «tabula rasa» per imporre la «nostra religione», ma dall’identità di questo popolo, nel recupero della sua storia, della sua cultura, spiritualità, organizzazione politica, venendo a creare così un interscambio molto interessante tra i Nasa e gli altri soggetti (lo Stato, la Chiesa, il mondo). A Toribío noi Missionari della Consolata siamo arrivati dopo la morte violenta (nel 1984) di padre Alvaro Ulcué Chocué, primo sacerdote indigeno di questa etnia, ordinato nella Chiesa dell’arcidiocesi di Popayan. Per venti anni i padri Antonio Bonanomi ed Ezio Roattino, assieme a un’équipe missionaria e all’associazione Nasa hanno animato il territorio. Come missionari e missionarie che vivono attualmente con le comunità indigene, il motivo dell’incontro dello scorso settembre è stato quello di una verifica critica e propositiva, per poi riprendere alcuni elementi che potrebbero essere utili per l’accompagnamento del cammino dei popoli originari non solo in Colombia, ma anche in Perù ed Ecuador. Ci siamo trovati con un nutrito gruppo di indigeni «mayores» (capi, anziani del popolo nasa) catechisti e coordinatori di diverse aree del progetto Nasa. La grande maggioranza delle persone presenti sono state formate dall’équipe missionaria e hanno condiviso il significato della presenza dei Missionari della Consolata nel territorio, che è stata una grande ricchezza per tutti. Abbiamo realizzato il primo giorno dell’incontro nella scuola agroecologica del Cecidic, un Centro di studio e formazione in difesa della cultura del territorio, fondato da padre Antonio Bonanomi. Il secondo giorno è stato scandito da tre momenti: il refresco, la limpieza e il trueque. Ai piedi di una meravigliosa cascata, i vari capi anziani delle comunità Nasa hanno voluto pregare per noi. «Voi - hanno spiegato - avete pregato molte volte per noi, adesso noi vogliamo pregare per voi», e ci hanno coinvolti in un rito di purificazione con canti, benedizioni e offerte di frutta alla madre terra. Dopo la «limpieza», abbiamo avuto la gioia di partecipare a un evento annuale noto come «trueque», lo scambio di sementi e di prodotti agricoli che ha coinciso con i 42 anni del progetto Nasa e i 38 della nostra presenza come Consolata nel territorio nasa. L’attività si è svolta proprio nel luogo dove è nato questo progetto promosso e animato da padre Alvaro Ulcué per recuperare l’identità del suo popolo che rischiava di perdere le proprie origini. Hanno partecipato circa tremila indigeni. È stata una feMAGGIO 2023 | MC | 25 Qui: uno dei numerosi dipinti «politici» che s’incontrano sui muri di Toribío, nel Cauca. | A sinistra: gruppo di medici tradizionali nasa nei pressi di una splendida cascata. “ I missionari non hanno fatto tabula rasa, ma sono partiti dall’identità indigena. popoli indigeni | nasa | ande | amazzonia
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