MAGGIO 2023 | MC | 13 sistema scolastico del Sud Sudan, dove la mancanza di infrastrutture e di insegnanti qualificati rappresenta una sfida costante per l’accesso all'istruzione. Nonostante queste difficoltà, ho potuto sperimentare in prima persona la determinazione dei giovani a perseguire i loro sogni e a costruire un futuro migliore per se stessi e per la loro comunità. Il viaggio mi ha anche permesso di conoscere meglio la realtà quotidiana della popolazione locale e di vedere come la sua grande forza di volontà e resilienza l’aiuti a superare le difficoltà. Ogni piccolo successo rappresenta un passo avanti nella costruzione di un futuro migliore per l'intera comunità. Inoltre, ho avuto modo di apprezzare la grande ospitalità del popolo sudsudanese, che non ha esitato ad accogliermi a braccia aperte e a condividere con me la propria cultura e tradizioni. Giovani per la pace Tramite il pellegrinaggio abbiamo voluto dare una testimonianza di pace e di dialogo a tutte le comunità che incontravamo, una pace tanto desiderata e attesa da tutti i giovani sudsudanesi, indispensabile per migliorare il sistema educativo e le prospettive del Paese. I giovani per primi sono stati portatori di un messaggio di comunione grazie a una novena di preghiera e riflessione sul camminare insieme. “ Essere giovane donna in campo scientifico ha ispirato molte ragazze. In ogni parrocchia abbiamo partecipato alla messa con l’intera comunità, e i ragazzi hanno messo in scena una recita sulla pace concreta che può nascere anche tra tribù diverse. Una volta arrivati a Juba, siamo stati sorpresi dalla notizia che papa Francesco avrebbe incontrato il nostro gruppo. Questo incontro è stato un’esperienza indimenticabile per tutti noi, e ci ha regalato una grande emozione, ma, soprattutto, ha trasmesso un messaggio di speranza e fiducia, dimostrando ai ragazzi che tutto è possibile nella vita. La matematica è divertente Dopo l’esperienza del pellegrinaggio di pace, sono tornata a Rumbek e ho avuto l’opportunità di insegnare ai professori della primaria di Loreto e di trascorrere una settimana presso la All Saints Alp school di Cueibet. Sapevo che la matematica non era la materia preferita degli studenti, ma ho cercato di trasmettere loro l’idea che può essere divertente e affascinante. È stato gratificante vedere i ragazzi interessati ed entusiasti, e mi sono divertita a mettermi in gioco con loro e con i loro insegnanti. Durante il mio mese in Sud Sudan, ho visto la realtà di un Paese che lotta per l’istruzione e il progresso, e allo stesso tempo ho visto la forza e la determinazione della sua gente. Questa esperienza mi ha insegnato molto, soprattutto sull’importanza dell’educazione e sulla sua capacità di cambiare la vita delle persone. I miei sforzi per promuovere la matematica e le materie scientifiche hanno anche avuto un impatto sulle attitudini degli studenti riguardo i ruoli di genere nei campi Stem (sigla in inglese: scienza, tecnologia, ingegneria, matematica, ndr). Essere una giovane donna impegnata nel campo scientifico ha ispirato molte ragazze con cui ho lavorato, inclusa una studentessa del secondo anno alla Loreto girls secondary school che mi ha scritto una lettera per esprimere la sua gratitudine: «Ho il sogno di diventare un’ingegnera civile. È stato così sorprendente per me quando ti ho sentita parlare di questo, perché non avevo mai visto una donna che fa l’ingegnere». Inoltre, questa esperienza mi ha mostrato l’importanza del dialogo interculturale e della cooperazione tra diverse comunità. L’incontro con il Papa e il pellegrinaggio di pace sono stati momenti intensi di condivisione e unione tra persone di culture e religioni diverse, dimostrando che la pace è possibile se si lavora insieme. In conclusione, il mio viaggio in Sud Sudan è stata un’esperienza unica e indimenticabile, che mi ha arricchito a livello personale e professionale. Ringrazio il Politecnico di Torino e la Fondazione Cesar per avermi dato questa opportunità, e tutte le persone che ho incontrato in Sud Sudan per avermi accolto a braccia aperte e per aver condiviso con me la loro cultura e la loro vita quotidiana. Monica Moser © Monica Moser
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