gnanti e del personale era giovane, sui trent’anni, quindi ci sembrano figli e figlie. Era anche importante per noi prenderci cura di loro e delle loro famiglie, ascoltare le loro lamentele e aiutare con tutte le possibili soluzioni. Oltre il Covid-19 La crisi del coronavirus ha creato ancora più sfide per noi e ci ha fatto diventare più vicini al Signore per superare le nostre paure, visto che era diventato più difficile avere conversazioni normali con i nostri studenti, il personale e i cristiani locali. Però abbiamo anche sperimentato la grande vicinanza spirituale e materiale di tante persone tramite le donazioni di amici e conoscenti coreani, il sostegno della famiglia missionaria della Consolata, gli aiuti dalla nostra parrocchia di Gochon che si sono trasformati in pneumatici per il trattore, cibo per bambini, scrivanie e sgabelli, laboratori informatici, biblioteche e libri, stipendi dei dipendenti, attrezzature e borse di studio per i bambini poveri. Mentre ci muovevamo passo dopo passo e vedevamo compiersi miracolosamente le cose che noi, carenti e deboli, non avremmo mai potuto immaginare fossero compiute, ho capito di nuovo: «Questa è davvero l’opera dello Spirito Santo». Ciò che è gratificante più di qualsiasi altra cosa è condividere amore e amicizia con coloro che ti circondano. Quando il nostro contratto è scaduto e molti, sia missionari della Consolata, che gente della diocesi e persone del nostro centro, ci hanno invitato a rinnovare il contratto, siamo stati così grati da pensare che probabilmente non eravamo andati così male. Apostoli della grazia Guardando indietro, sentiamo davvero che la Consolata ci è stata vicina come una madre e che lo Spirito Santo, come un pastore con il suo bastone, ci ha guidato passo dopo passo per sentieri inediti. Come missionari abbiamo avuto la grazia di vedere e sentire lo Spirito Santo all’opera in noi per farci diventare un canale di amore e grazia tra il popolo della lontana Corea e quello del Tanzania. Ci è stata data la grazia di diventare un piccolo mattone di un edificio. Per gli aspiranti missionari La montagna dietro casa nostra è ripida all’inizio, quindi quando sali ti senti mancare il respiro. Allora ti viene la tentazione di fermarti e tornare indietro, ma se tieni duro e raggiungi il crinale, scopri che si apre un sentiero e puoi continuare a salire senza difficoltà. Così è stato con la nostra vita in missione. Ci siamo anche sentiti un po’ come Pietro quando ha camminato sull’acqua. Inizi guardando a Gesù, ma una volta che ci sei entrato nell’acqua il rischio è di affondare e perdere la gioia e la gratitudine, circondato come sei da problemi difficili. Per non affondare ulteriormente nell’acqua, devi smettere di essere centrato sul tuo ego e stabilire un nuovo contatto visivo con Gesù. Pertanto, la sfida più importante per i missionari è quella di non contare solo sulle proprie forze, ma lasciare tutto allo Spirito Santo, rimanere in Lui e vivere come Lui ci guida. Quando viviamo così, crediamo che Dio è un Padre che ci ama molto e fa di tutto per far crescere i semi e raccogliere frutti. Grazie. Thomas Song e Rosa Kang* * Coppia coreana di missionari laici della Consolata. Hanno due figli, con nuore e nipoti. Dopo aver studiato economia aziendale, Thomas ha lavorato a lungo e ora si occupa di promozione dell’economia sociale, mentre Rosa ha studiato fisica e scienze dell’educazione. Ha insegnato alle superiori e all’università. APRILE 2023 | MC | 67 Sopra, centro: ragazzi della Faraja house e Thomas con alcuni dei suoi studenti. | A destra: Rosa alle prese con le faccende domestiche. Qui: Rosa in classe.
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