tradizioni | sincretismo | Barbagia arrivare a pesare sino a 30 o 40 kg e maschere dalle fattezze umane. Durante la sfilata, i merdules - propriamente i guardiani dei buoi - cercano di comandare e ammansire i boes. Un’altra figura segue queste maschere: è «sa filonzana», un personaggio femminile, seppur interpretato da un uomo perché le donne non si mascherano. È un’anziana zoppa e gobba, indossa un fazzoletto nero sul capo e una maschera di legno di pero selvatico, albero considerato sacro. Intenta a filare la lana come le tre Parche della mitologia greca, coloro che tessevano il filo della vita di ogni persona. Sa filonzana rappresenta una figura che se non rispettata e temuta per evitare sventura. In un mondo legato al capriccio delle stagioni e a forze naturali, la benevolenza delle divinità gioca un ruolo fondamentale. La donna regge tra le mani un fuso e, attorno a esso, un filo che continua a girare e a filare e una forbice, con la quale mima il gesto del taglio. Essa chiude la processione, restando dietro ai boes e ai merdules. Quando taglia il filo, i boes cadono a terra rialzandosi dopo pochi minuti, a simboleggiare il ciclo della vita. Mamoiada Se a Ottana troviamo buoi e guardiani, spostandoci a Mamoiada osserviamo intorno ai fuochi in onore di Sant’Antonio, delle maschere molto diverse: quelle dei mamuthones, forse le più note della Sardegna. I fuochi, qui, sono sparsi per tutto il paese. Ogni rione ha il proprio e i mamuthones, insieme agli issohadores, dovranno raggiungerli tutti per danzare intorno a essi. Le origini di queste maschere e del rito a esse connesso si mescolano alla leggenda. Secondo l’archeologo dell’Accademia delle belle arti di Sassari, Marcello Madau, i mamuthones sfilavano già dal XIX secolo. Secondo altri studiosi, però, l’origine di queste maschere risalirebbe all’epoca nuragica (prima del 238 a.C.), quando rappresentavano un rito propiziatorio per favorire il raccolto nei campi, e di protezione e venerazione della natura. Potrebbe però esserci addirittura un’origine legata ai riti dionisiaci per l’avvicendarsi delle stagioni, o una processione arcaica in onore di un dio dalle sembianze di un bue. Altri ancora invece ipotizzano che possano rappresentare la vittoria dei pastori sardi sugli invasori saraceni fatti prigionieri e condotti in corteo per le strade. In ogni caso, per un mondo dedito alla pastorizia e attento ai ritmi naturali, celebrare la nuova stagione con danze e riti propiziatori è qualcosa che ha a che fare con la vita e la sopravvivenza. Si danza, si prega, si canta, si accendono fuochi perché, dopo i mesi di gelo, i campi possano tornare a nuova vita. Maschere parlanti Se le maschere hanno origini antiche, bisogna pure che qualcuno si occupi di continuare a realizzarle per portarne avanti la tradizione. APRILE 2023 | MC | 61 A sinistra: Ottana, la processione con il Santo, il 17 gennaio. | A destra: un piccolo boes entra nella chiesa di Sant’Antonio per omaggiare il santo. “ Durante i giorni dedicati al Santo, è tradizione che nessuno resti a digiuno.
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