“ Il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie sta rendendo disponibili alla collettività luoghi prima saldamente in mano alla malavita. APRILE 2023 | MC | o 41 o Confische e assegnazioni Basta dare un’occhiata alla sezione «Sala stampa / Notizie» del sito web dell’Ansbc per capire la varietà dei beni confiscati: agli immobili si aggiungono moto, macchine di lusso, Ferrari comprese, aziende, attività commerciali. La confisca definitiva scatta quando il processo penale a carico di un imputato di mafia compie tutti i suoi gradi di giudizio e arriva a sentenza di condanna. Da quel momento, avviene l’assegnazione del bene che spesso, negli anni, è stata fatta alle amministrazioni comunali. Un primo bando nazionale di assegnazione diretta a realtà non profit, promosso dall’Ansbc e arrivato a graduatoria a inizio 2023 con 160 beni assegnati, ha compiuto un importante cambiamento. Nello stesso momento è arrivato a compimento anche il finanziamento di ulteriori 254 beni confiscati attraverso il Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) per 166 enti destinatari. In questo caso, in sei regioni italiane: Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Un palazzo straordinario a Lamezia Terme Proprio in Calabria sorge una realtà considerata uno degli esempi virtuosi della nuova vita che può avere un bene confiscato. Siamo a Lamezia Terme, cittadina di 66mila abitanti in provincia di Catanzaro, dove opera don Giacomo Panizza, originario di Brescia, calabrese d’adozione, fondatore, nel 1976, della Comunità progetto Sud (comunitaprogettosud.it). Era il 2001 quando alla Comunità di don Panizza è stato dato in gestione dalla città, allora commissariata, un palazzo appartenuto alla famiglia Torcasio. «Stiamo parlando del primo bene cittadino assegnato con la procedura ufficiale», sottolinea Maria Pia Tucci, coordinatrice di Progetto Sud, in occasione di una chiacchierata a distanza che facciamo con lei e don Panizza a inizio febbraio 2023. «Si trova in un posto molto visibile e in una zona di passaggio per i residenti». L’obiettivo dichiarato, fin da subito, era quello di «regalare alla città di avere meno paura». È nato così Pensieri&Parole, un palazzo a dir poco rivoluzionario dove «le parole mettono i pensieri in azione» e dove si è passati dalla presenza ’ndrànghetista a un miscuglio impressionante di realtà associative e solidali. Nel condominio di quattro piani, infatti, oggi c’è la sede di Fish Calabria (sezione regionale della Federazione italiana superamento handicap), quella del Forum del Terzo settore calabrese, gli uffici di Banca Etica e dell’ente di microcredito Per Micro, diversi spazi a disposizione della cittadinanza, e due fiori all’occhiello dell’accoglienza: una casa famiglia dedicata al «Dopo di noi» che ospita adulti soli con disabilità, e una struttura per dodici minori stranieri non accompagnati, chiamata Luna Rossa. Il tutto reso sostenibile attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici. Ciascuna delle diverse realtà presenti nel palazzo Pensieri&Parole interagisce secondo le proprie modalità con il quartiere e, nel tempo, la struttura è diventata un punto di riferimento per la cittadinanza che accoglie volentieri la varietà di persone che la frequenta. «Quello che rimane difficile è il rapporto con alcuni parenti del proprietario originario del bene confiscato che vivono ancora lì accanto», sottolinea Maria Pia. © Maria Pia Tucci BENI CONFISCATI ALLE MAFIE © Maria Pia Tucci
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