| MC | APRILE 2023 o 36 S ulla strada provinciale 114 che da Milano porta in direzione sud ovest, all’altezza di Cisliano, comune di 5mila abitanti, quasi ogni mattina, in periodo scolastico, decine di studenti delle scuole superiori varcano il grande cancello di una villa con piscina, ristorante e stalle per cavalli. La villa, che fino a pochi anni fa era di proprietà della famiglia Valle, affiliata alla ’ndràngheta, oggi è meta di gite scolastiche perché uno di quei molti beni «liberati» dalla malavita organizzata, cioè confiscati dallo Stato, e messi a disposizione della società civile tramite un ente senza scopo di lucro. Benvenuti alla Libera Masseria Quando arriviamo alla Libera Masseria di Cisliano, è una fredda giornata invernale. Appena entriamo, però, sentiamo la sensazione di un fuoco che riscalda: quello della legalità. Ci accolgono Elena Simeti e Giovanni Balestreri che lavorano alla Masseria attraverso l’associazione Una casa anche per te (Ucapte Onlus). Poco dopo di noi, arriva anche don Massimo MaLA LIBERA MASSERIA DI CISLIANO (MILANO) IN VILLA CONTRO LE MAFIE La villa di un boss della ’ndràngheta, nei pressi di Milano, diventa un bene comune. Grazie a soggetti impegnati per la legalità, oggi accoglie persone con disagio abitativo, ragazzi da formare, giovani profughi. ossier pelli, responsabile della Caritas nella zona VI della Diocesi di Milano e presidente dell’associazione. Da almeno un ventennio don Massimo è impegnato in prima linea in diversi ambiti. Vive poco lontano da qui, in una comunità che, tra le altre cose, ospita 35 minori stranieri non accompagnati, molti arrivati in Italia dopo essere scappati dalle angherie in Libia. Per anni ha seguito anche le comunità rom di Milano e dintorni. Elena e Giovanni hanno terminato da poco un’intensa mattinata di confronto con un paio di classi delle superiori: «Siamo arrivati a quota 13mila studenti in sei anni - esordisce don Mapelli -. Arrivano da ogni parte della Lombardia e non solo». Sulle pareti della sala nella quale ci sediamo a parlare, come altrove nella Masseria, campeggiano frasi di alcune delle persone che più hanno speso la propria esistenza nella lotta alla mafia. Nei pressi della cucina ne leggiamo una di Pio La Torre, politico e sindacalista siciliano assassinato da cosa nostra nel 1982: «Lo so che per voi la mafia sembra un’onda inarrestabile. Ma la mafia si può fermare ed insieme la fermeremo». DI DANIELE BIELLA Screenshot da Google Street Wiev
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