dichiarati «traditori della patria». Secondo il magistrato di Managua, «gli imputati hanno compiuto e continuano a compiere atti criminali a danno della pace, della sovranità, dell’indipendenza e dell’autodeterminazione del popolo nicaraguense, incitando alla destabilizzazione del paese, promuovendo blocchi economici, commerciali e finanziari, il tutto a scapito della pace e del benessere della popolazione». Oltre che nella Chiesa e nella società civile, il regime Ortega-Murillo ha individuato nelle organizzazioni non governative (Ong) un altro nemico. A fine 2022, su 7.227 Ong ufficiali ne erano state chiuse 3.106 (fonte «Expediente Nicaragua»), in teoria per mancanza di un’adeguata rendicontazione, in realtà per impedire un’associazionismo considerato veicolo di critiche e per un avere un controllo ancora più stretto sulla popolazione. Molte Ong fornivano servizi essenziali per la salute, l’educazione e lo sviluppo. Erano essenziali perché il Nicaragua rimane il terzo paese più povero delle Americhe (dopo Haiti e Honduras), nonostante la propaganda governativa. Per esempio, nel «Piano nazionale di lotta contro la povertà e per lo sviluppo umano 2022-2026» del luglio 2021 è scritto testualmente: «Il modello cristiano e solidale, con i valori cristiani e le pratiche di solidarietà che guidano la costruzione di circoli virtuosi di sviluppo umano con il recupero dei valori, la restituzione dei diritti e il rafforzamento delle capacità che ci hanno permesso di superare i circoli viziosi della povertà e del sottosviluppo». Questa sorta di «paternalismo cristiano» costituisce un mantra ad uso e consumo della coppia presidenziale. Sentire (Multinoticias Canal 4, televisione di cui sono proprietari i figli Juan Carlos e Daniel Edmundo) o leggere (El 19) i discorsi della compañera Rosario lascia interdetti per la profusione di parole come amore, felicità, pace, dignità, libertà, sovranità, sempre «por gracias de Dios» (grazie a Dio). Volenti o nolenti, il destino dei nicaraguensi - almeno al momento - rimane nelle mani di Daniel Ortega e Rosario Murillo, probabilmente la peggiore rappresentazione di quello che fu il sogno sandinista. Paolo Moiola “ Il governo ha fatto chiudere quasi la metà delle Ong (e la Caritas). L’Università dei gesuiti (Uca) e la rivista «Envío» I VULCANI NON AVVERTONO L’Università centroamericana di Managua - generalmente conosciuta con l’acronimo di Uca - è la prima università privata nata in Centroamerica. È stata fondata il 23 luglio 1960 dalla Compagnia di Gesù. Tra i numerosi meriti dell’ateneo dei Gesuiti c’è quello di essere stato l’editore della rivista Envío. Il primo numero del mensile uscì nel febbraio 1981, l’ultimo è del giugno 2021. Inizialmente, la rivista fu soprattutto uno strumento di «appoggio critico» alla rivoluzione nicaraguense e al pensiero sandinista. Dal 1990 - in concomitanza con la sconfitta elettorale del Fronte sandinista (Fsln) - si aprì all’America Latina e a molte altre tematiche (dall’ambiente ai popoli indigeni), fino a quando è esplosa la crisi del Nicaragua. «Aprile 2018 - si legge nell’editoriale del numero di dicembre di quello stesso anno - sarà per sempre impresso nella coscienza nazionale. La sproporzionata risposta repressiva del regime contro le prime proteste cittadine fece esplodere il vulcano. Nessuno aveva presentimento, ma c'erano innumerevoli ragioni che annunciavano che sarebbe successo. Un decennio di sfrenato autoritarismo ha trasformato lo scoppio in un'insurrezione della coscienza nazionale. La gioventù universitaria l’ha iniziata, e la gioventù è stata seguita da gente, tanta gente, sempre più gente. Per anni c’erano morti e terrore nelle zone rurali ma Managua, León, Masaya, le città del Pacifico sembravano addormentate. Al risveglio, hanno sollevato l'intero paese. Com’è stato possibile? Non per una cospirazione dall'esterno, ma a causa della molta lava accumulata all'interno. I vulcani non avvertono. Questa è una sintesi, un resoconto di quanto abbiamo scritto quest'anno alla vigilia dello scoppio e nelle giornate indimenticabili di resistenza civica e ribellione popolare vissute da aprile». Infine, l’ultima svolta, raccontata così sul sito che oggi funge da archivio: «Nell’aprile 2018 ci siamo impegnati nell’insurrezione cittadina che chiedeva un Nicaragua libero. A giugno 2021, quando abbiamo compiuto 40 anni, abbiamo deciso di porre il punto finale a quest’esperienza informativa tanto preziosa». Poche semplici righe che, pur senza entrare nei dettagli, sono sufficienti per spiegare l’eutanasia della storica rivista. L’Università dei gesuiti riuscirà a resistere? La domanda è lecita visti gli ultimi sviluppi. Il 7 marzo il governo Ortega-Murillo ha, infatti, deciso la chiusura di due università: la Universidad Juan Pablo II (Managua e altre quattro città) e la Universidad cristiana autónoma de Nicaragua (León e altre cinque sedi). Allo stessso, tempo è stata costretta alla chiusura (formalmente per autoscioglimento) l’organizzazione della Caritas. In Nicaragua, la repressione non si ferma. Pa.Mo. IL NICARAGUA SU MC Paolo Moiola, Rosario e Daniel Ortega Spa, gennaio-febbraio 2017, reperibile sul sito della rivista. APRILE 2023 | MC | 31
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