Nuova Caledonia e Isole Marshall QUANDO TI LIBERI, RICORDATI DI ME La partita incrociata tra Usa e Cina sul Pacifico meridionale si gioca anche su situazioni politiche irrisolte, retaggio della guerra fredda o persino dell’era della colonizzazione occidentale. La Cina si muove con attenzione anche su quegli arcipelaghi che ancora non sono indipendenti ma che potrebbero in futuro diventarlo. Puntando così a rimpinguare la già folta pattuglia di paesi pronti a sostenere Pechino presso gli organismi internazionali, a oggi composta in particolare dai rappresentanti africani. Un esempio è la Nuova Caledonia, che fa ancora parte della Francia. I movimenti indipendentisti sono stati sconfitti tre volte nei referendum degli anni passati, ma non si sono ancora del tutto arresi. Essi hanno sovente una comunanza ideologica col Partito comunista cinese, con una particolare affinità creatasi presso le comunità indigene sin dai tempi in cui Mao Zedong promuoveva la Cina come guida del cosiddetto «terzo mondo». L’arcipelago delle Isole Marshall (paese indipendente, ndr), in Micronesia, è stato invece teatro di una spy story dai connotati particolarmente intriganti. Una coppia di cittadini cinesi è stata arrestata nel 2020 con l’accusa di aver complottato per creare un mini stato indipendente su un remoto atollo delle Marshall. Secondo la giustizia statunitense, i due avrebbero pagato tangenti a parlamentari e funzionari per far sì che le proposte di legge a sostegno della creazione di uno stato indipendente venissero discusse nel parlamento locale a due riprese, nel 2018 e nel 2020. Un argomento sul quale era stato trovato almeno in parte terreno fertile, anche a causa delle ferite mai del tutto rimarginate dovute a circa quattro decenni di amministrazione statunitense, conclusasi nel 1990, durante i quali furono condotti 66 test di armi nucleari, compreso il Castle Bravo, il test atomico più grande mai condotto dalle forze militari americane. Gli abitanti degli atolli limitrofi non furono evacuati, con conseguenze sulla salute dei cittadini esposti alle radiazioni. La sconfitta alle elezioni del 2020 della presidente uscente Heine, ferma oppositrice del progetto del mini stato, sembrava poter favorire l'idea dei due cittadini cinesi. Questi, legati in qualche modo a obiettivi di Pechino, quantomeno secondo la Heine, sono stati poi arrestati in Thailandia. Anche gli Stati Uniti, con altre modalità, utilizzano alcune divisioni interne ai paesi dell'area per fini strategici. Nelle Isole Salomone continuano per esempio a sovvenzionare il governo locale della provincia di Malaita, che durante la pandemia ha ricevuto anche aiuti sanitari da parte di Taiwan sfidando le disposizioni dell'esecutivo centrale filo cinese. Durante il recente summit tra Usa e Stati del Pacifico, la Casa bianca ha anche annunciato l’intenzione di riconoscere le Isole Cook e Niue come stati sovrani, dopo «appropriate consultazioni». Attualmente Washington riconosce le isole come territori autogestiti. Lor.Lam. | MC | APRILE 2023 12 PACIFICO “ Le Isole Marshall, in Micronesia, sono state teatro di una spy story. © Guo Lei /Xihhua via AFP
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