Missioni Consolata - Marzo 2023

NIGERIA RAPIMENTI Il rapimento e, in alcuni casi, l’uccisione di sacerdoti e religiosi da parte dei diversi gruppi criminali ha reso la situazione dei cristiani precaria. La percentuale è in aumento rispetto all’anno precedente. Nel 2022 sono stati registrati più di 20 episodi di rapimento e uccisione di sacerdoti in Nigeria. L’ultimo episodio è avvenuto il 15 gennaio di quest’anno quando un gruppo armato ha assaltato la residenza parrocchiale di Kaffin Koro, nella Nigeria centro settentrionale, e ha bruciato vivo il parroco, padre Isaac Achi. Questi attacchi a sacerdoti e religiosi sono opera di diversi gruppi che agiscono per motivi diversi. I gruppi Iswap/Boko Haram tentano di imporre l’Islam e la Sharia a tutte le comunità in Nigeria e i loro attacchi servono come mezzo per allontanare i cristiani dalla Chiesa e costringerli ad abbandonare la pratica della fede. Altri episodi di rapimento e uccisione di sacerdoti sono compiuti da gruppi di pastori fulani, banditi nel Nord e nel Sud che si dedicano ai sequestri a scopo d’estorsione. In questo caso, rapiscono sia cristiani che musulmani o religiosi tradizionali africani. La ricerca di denaro è alla base della maggior parte delle attività di questi gruppi delinquenziali che, spesso, operano come mercenari al servizio di politicanti nigeriani. (Fides) COLOMBIA NELL’INFERNO DEL DARIEN Nel mese di novembre una delegazione di vescovi venezuelani e colombiani si è recata in visita alla frontiera tra Colombia e Panama, luogo di transito di migliaia di migranti irregolari, in continuo aumento, che cercano di attraversare la pericolosa selva del Darién per cercare di entrare negli Stati Uniti. Nel 2022 è stato registrato un record di passaggi, oltre 200mila tra gennaio e ottobre, in maggioranza migranti venezuelani. I vescovi sono andati alle porte del Darién per capire quali sono i meccanismi ingiusti dietro al viaggio di queste persone, per ascoltarli e prendere decisioni su come strutturare un migliore servizio da parte della Chiesa. Gli Stati Uniti, di recente, hanno messo delle restrizioni perché c’è un enorme afflusso di migranti venezuelani, oltre a quelli di altri paesi centroamericani. I «coyotes» li guidano nei sentieri e li aiutano a passare la frontiera in cambio di denaro, con cifre che variano dai 3mila ai 5mila dollari, a seconda della tratta. È una situazione di grande ingiustizia, perché la giungla è piena di pericoli e se qualcuno muore lo lasciano lì. La Chiesa con la rete Caritas e le Chiese locali in ogni paese apre «casas de paso», case di passaggio per i migranti in transito, dove possono mangiare, dormire, lavarsi, avere cure mediche, aiuto per i documenti e altri servizi. La rete Caritas è sempre presente e fornisce aiuti umanitari senza clamore. (Sir) Mongolia: Madre del cielo AA Darhan piccola città nel Nord della Mongolia, in Asia orientale, una povera donna, madre di undici figli, cercava tra i rifiuti dell’immensa discarica cittadina qualcosa da mettere sotto i denti per sé e per la sua numerosa famiglia e qualcosa da poter rivendere chissà dove. Nella discarica, un giorno un camion ribalta la spazzatura e ai piedi della povera donna si posa un oggetto avvolto in un panno. La donna, stupita, lo afferra e vi scopre una statua di legno ben intagliato, con le fattezze di una bella signora. È la Vergine Immacolata. Lei non è cristiana e l’unico suo approccio alla fede era stato, qualche tempo prima, con alcune suore di Madre Teresa che le hanno parlato della Madonna e insegnato l’Ave Maria. Così, una volta compreso chi fosse quella bella signora, porta la statua alla piccola comunità cattolica che la espone nella parrocchia locale. Tutto questo accadde alcuni anni fa. Solo di recente, per l’esattezza lo scorso anno, la storia riprende a camminare: le suore la raccontano al cardinale Giorgio Marengo, missionario della Consolata e prefetto apostolico di Ulaanbaatar, che ne rimane estremamente colpito. «Ho subito pensato che la Vergine, attraverso questo ritrovamento, volesse dirci qualche cosa», afferma Marengo e, nel tempo, matura la convinzione che la statua di Maria ritrovata nella spazzatura simboleggi l’atteggiamento della Vergine «sempre pronta a incontrarci anche nei luoghi di disperazione, di scarto, di dolore, di abbandono. Della statua - rivela - ne ho parlato anche con il Santo Padre e, dietro suo suggerimento, l’abbiamo chiamata “Madre del cielo”, pensando al cielo che per i mongoli è simbolo di Dio». L’epilogo della storia si è celebrato l’8 dicembre scorso, solennità dell’Immacolata Concezione, quando il cardinale Marengo ha consacrato l’intera Mongolia a Maria «Madre del cielo». (Osservatore Romano) MARZO 2023 | MC | 9 Nigeria: padre Isaac Achi arso vivo da un gruppo armato che ha assaltato la sua parrocchia. Mongolia: la statua della Madonna trovata in una discarica e dichiarata patrona della Mongolia con il titolo di «Madre del cielo».

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