tolo è La diseguaglianza non conosce crisi) e Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam international, il segretariato con sede a Nairobi che coordina la confederazione, ne ha presentato alcuni dei dati salienti proprio al Wef, durante la tavola rotonda dal titolo Reversing the tide of global inequality (Invertire l’ondata di disuguaglianza globale)@. Il mondo sta assistendo a un’esplosione delle ineguaglianze, ha detto Bucher, la pandemia ha colpito un mondo già molto iniquo, ne ha esposto le fratture e le ha amplificate. Durante la pandemia c’è stata un’accelerazione nell’accumulazione nelle mani di quell’1% dell’umanità - ottanta milioni su otto miliardi - che detiene il 45,6% della ricchezza globale. Questa accelerazione si vede nella redistribuzione della nuova ricchezza creata nel biennio 2021-2022, in cui l’1% più ricco ha ottenuto il 63% di quella nuova ricchezza e il restante 99% della popolazione mondiale il 37%. Prima della pandemia, la proporzione era di circa metà ciascuno. La soluzione non può venire solo dalla crescita economica, se la redistribuzione rimane così ineguale: «Che cos’è la prosperità e come la misuriamo? Ha a che fare con il Pil oppure con la vita delle persone? A San Paolo del Brasile, per esempio, due persone che vivono a pochi isolati di distanza possono avere un’aspettativa di vita di 22 anni diversa l’una dall’altra». Occorre un intervento di tipo fiscale: un’imposta patrimoniale fino al 5% sui multimilionari e miliardari del mondo, si legge nel rapporto, permetterebbe di raccogliere 1.700 miliardi di dollari all’anno, sufficienti per far uscire dalla povertà due miliardi di persone e finanziare un piano globale per porre fine alla fame. E i super ricchi continuerebbero comunque ad arricchirsi: il tasso di accumulazione della ricchezza di cui hanno goduto, specialmente negli ultimi tre anni, è talmente elevato che l’aumento dei loro patrimoni sarebbe di gran lunga superiore alla quota che perderebbero per un prelievo del 5%. Prendendo la lista dei miliardari del mondo stilata ogni anno dalla rivista Forbes e che quest’anno conta 2.668 nomi, Oxfam ha infatti calcolato due possibili scenari da oggi al 2030: nel primo, attraverso interventi fiscali e altre misure redistributive, la ricchezza totale dei super ricchi tornerebbe ai livelli del 2012, cioè a circa 5mila miliardi di dollari. Viceversa, se l’accumulazione dovesse continuare ai ritmi attuali, nel 2030 i membri della lista di Forbes controllerebbe un patrimonio netto complessivo pari a circa 30mila miliardi di dollari: il doppio di quello che, secondo le proiezioni dell’Ocse@, sarà il prodotto interno lordo dell’Unione europea fra sette anni. Già oggi, ricorda il rapporto, 81 uomini detengono più ricchezza del 50% più povero del pianeta e i 10 più ricchi fra loro possiedono di più di 228 milioni di donne africane messe insieme@. Chiara Giovetti MARZO 2023 | MC | 69 Davos | Oxfam | cooperazione | diseguaglianze | ricchezza | povertà © Oxfam Qui: grafico tratto dal rapporto di Oxfam sui trucchi dei ricchi per diventare più ricchi. 1. Compra un bene (asset), una compagnia che aumenti di valore e che non sia tassata almeno fino a quando non la vendi. 2. Usa la tua ricchezza per influenzare i politici e i media a tuo vantaggio. 3. Ignora le leggi sulle tasse, tanto le autorità non hanno la capacità di sfidarti. 4. Nascondi le tue entrate e ricchezze in paradisi fiscali. 5. Evita le tasse sull’eredità, ci sono tanti modi per passare senza imposte le tue ricchezze agli eredi.
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