ancora un secolo prima che il Cammino di Santiago riprendesse la sua funzione di riscoperta spirituale di massa come lo era stato nel Medioevo. Tra i tanti promotori e (ri)organizzatori del Cammino, ci fu Elías Valiña, parroco della minuscola chiesa di Santa Maria la Real nella cittadina di O Cebreiro, ricordato per lo più per aver inventato la «freccia gialla» che indica ai viandanti il percorso del sentiero. Nella chiesetta si conserva anche il calice in cui si sarebbe compiuta la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo. Accanto all’altare vi è ancora la statua della Madonna con bambino che avrebbero assistito al miracolo della transustanziazione. La peculiarità di tale statua, chiamata Santa Maria la Real, è che sarebbe la raffigurazione dell’apparizione: la Madonna è scolpita mentre s’inchina in equilibrio precario verso il calice. Ultreya Il Cammino di Santiago, come tutti i pellegrinaggi, non darà delle risposte definitive alla propria ricerca interiore, ma sicuramente è uno sprone a cercare oltre. E «Ultreya», il saluto che i pellegrini si scambiano (oltre al più comune «Buen camino») vuole dire proprio questo: non fermarti, vai oltre. Oltre la prima curva, oltre le apparenze. Piergiorgio Pescali Note al testo: (1) L’«adozionismo» afferma che Gesù venne adottato dal Padre dopo il battesimo nel Giordano conferendogli la natura divina. (2) L’etimologia del termine «compostela» è ancora dibattuta. Oltre alla sua forma poetica più in voga («campo di stelle», in spagnolo), gli studiosi hanno ipotizzato la sua derivazione da compostum, «luogo di sepoltura» o composita «terra fertile». (3) Il tragitto seguito da Alfonso II è il Cammino primitivo che congiunge Oviedo a Santiago, che oggi è possibile includere nel Cammino francese. (4) Il Codex Calixtinus si chiama così in onore a papa Callisto II (ca 10601124), a cui si attribuiva, per un errore forse voluto, la sua stesura. IL LIBRO «PERCHÉ SEI QUI?» Il titolo è un po’ enigmatico, ma la foto in copertina aiuta a comprendere. «Indigo. The way is the goal» (Albatros, 2022) è il diario di viaggio lungo un percorso conosciutissimo: il Cammino di Santiago di Compostela. Sul «Cammino» sono stati pubblicati reportage, saggi e racconti, girati documentari e film. In effetti, il tema si presta bene a una molteplicità di descrizioni e letture. In questo diario Federico Dapor, professore di scuola superiore e musicista, racconta emozioni e sensazioni per la scoperta di luoghi e l’incontro con tanti pellegrini e viaggiatori di tutte le provenienze. È anche un libro di domande che spesso rimangono senza risposta. La più comune tra tutte: «Perché sei qui?». Quello di Federico Dapor è un’opera fresca e di facile lettura, consigliabile soprattutto ai giovani (gli «indigo» del titolo) che vogliano intraprendere il Cammino di Santiago. Da credenti, da ricercatori di se stessi o da semplici viaggiatori. Pa.Mo. | MC | 66 Qui: la scalinata che porta al villaggio di Portomarin; l’intero paese venne inondato dalla diga sul fiume Mino e i monumenti più significativi vennero spostati, pietra su pietra, nel nuovo sito. | In basso: la cattedrale di Santiago di Compostela. SPAGNA ALTRI CAMMINI SU MC Dello stesso autore si veda il reportage fotografico sul CAMMINO DI SANT’OLAV, in Norvegia: Piergiorgio Pescali, Da Oslo a Trondheim, in dossier Norvegia, giugno 2019.
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