| MC | MARZO 2023 o 38 detta delle tre frontiere, tra Niger, Mali e Burkina Faso, ndr) e anche da Torodi e Makalondi (lungo la strada verso il Burkina Faso, ndr). I jihadisti arrivano con le moto, ammazzano, bruciano, e costringono la gente ad andarsene. Così sono migliaia che lasciano i propri villaggi e si raggruppano in luoghi più sicuri cercando di andare verso la capitale. Ad esempio a Makalondi ce ne sono molti accampati come si può». Chi ci parla è don Giuseppe Noli, missionario fidei donum dell’arcidiocesi di Milano, da otto anni presente nel paese. Lo incontriamo nel cortile della sede diocesana, dove si sta svolgendo una chiassosa festa della minoranza anglofona, in gran parte di origine nigeriana. «Agli sfollati manca cibo, acqua, e anche la casa. La Chiesa cerca di fare qualcosa, dare un minimo di assistenza e risolvere i bisogni di base. Inoltre c’è il problema delle scuole chiuse, alcune oramai da oltre un anno, sempre a causa degli attacchi. Così la Chiesa organizza dei corsi per i bambini fuggiti dai loro villaggi». Don Giuseppe ci parla dell’impegno di monsignor Laurent Lompo, arcivescovo di Niamey, noto ai lettori di MC (intervista su MC aprile 2019): «Il vescovo è molto attivo sull’emergenza sfollati, e ha due punti a suo favore: è nigerino, per cui parla molte lingue locali ed è ascoltato; è libero, nel senso che non dipende da fondi statali, ma cerca finanziamenti all’estero per la diocesi. Inoltre, è una persona che parla chiaramente, senza paura». Don Giuseppe ci esprime il suo sconcerto: «Non si capisce che strategia ci sia dietro il modo di operare dei gruppi armati, è distruttivo e non sembra che porti a qualcosa». Eserciti stranieri Intanto si rafforza le presenza militare straniera nel paese. Sono infatti diversi gli eserciti presenti in Niger, con la missione di lottare contro il terrorismo jihadista. Recentemente, anche il contingente principale della missione francese Barkhane e di quella europea Takuba, di stanza in Mali da 10 anni (la prima, chiamata inizialmente Sérval), si è trasferita in Niger, perché non «gradita» all’attuale giunta militare maliana. All’aeroporto c’è anche una base dell’esercito Usa, che, tra l’altro, impiega droni pilotati da remoto per combattere contro Boko Haram nell’Est del Da sinistra a destra: la mamma di Blandine della Yalis succhi naturali, nell’attuale laboratorio di trasformazione. | La contabile dell’impresa NutriSat di Esther Godo, al lavoro nella boutique di prodotti a base di moringa. | Ramatou Chaibou, 26 anni, fondatrice della micro impresa Ram’s agrobusiness, per la trasformazione di pomodoro e cipolla. | Amadou Abdoul Razak, contempla la vasca in cui coltiva l’alga spirulina, alla base delle sue farine nutritive alla Nutrisev+. ossier
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