Missioni Consolata - Marzo 2023

In piedi davanti alla lavagna, la scolara scrive e riscrive più volte la stessa frase: «Puno è Perù» (Puno si es el Perù). La scolara ha le fattezze di Dina Boluarte, dallo scorso 7 dicembre nuova presidente in sostituzione di Pedro Castillo, passato dal palazzo al carcere. La vignetta - semplice e drammatica - ricorda quanto in troppi hanno dimenticato: la rivolta che in questi mesi ha sconvolto il paese andino ha profonde ragioni culturali e storiche. Il Perù da sempre dimenticato - quello delle popolazioni quechua e aymara della sierra - dice basta alle umiliazioni e alle ingiustizie. È vero: la situazione è sfuggita di mano, ma non si possono liquidare i manifestanti semplicemente qualificandoli come «vandali, terroristi, comunisti». Anche in base a un banale conto: la quasi totalità delle vittime (oltre 60, a inizio febbraio) Nel paese andino è uscito di scena un altro presidente: il maestro Pedro Castillo è passato dal palazzo presidenziale al carcere. Dallo scorso dicembre, il Perù è guidato, per la prima volta nella sua storia, da una donna, Dina Boluarte. La situazione è però esplosiva. Le proteste continuano. Anche a causa di unCongresso che (per ora) rifiuta l’anticipo delle elezioni al 2023. si contano tra di loro. Proviamo allora a riavvolgere il nastro degli eventi per capire come si è arrivati a questo punto. Pedro Castillo Nell’aprile del 2021 era arrivato al seggio elettorale a cavallo e indossando un sombrero (vistoso, ma tipico di quella zona rurale). Vinte le elezioni, il 28 luglio era entrato in carica come presidente. Raggiunto il culmine, la sua parabola discendente era | MC | MARZO 2023 16 di PAOLO MOIOLA PERÙ UNA SITUAZIONE AI LIMITI DELLA GUERRA CIVILE Anche Puno è in Perù © Juan Carlos Cisneros - AFP

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