Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2023

Allamano era compaesano di don Bosco e più giovane di 36 anni. Durante il processo per la sua beatificazione, depose di averlo incontrato e aver parlato con lui già a Castelnuovo, quando era ragazzo. Il primo vero incontro, però, avvenne a Valdocco, nel 1862, quando l’Allamano entrò nell’oratorio, assieme al fratello Natale, accompagnato dallo zio don Giovanni Allamano. Il periodo degli studi a Valdocco fu molto proficuo per Allamano. Terminata la prima classe superiore, i responsabili della scuola gli proposero di passare immediatamente alla terza, ma lui non volle perché era persuaso di aver fatto male la prima. E sì che aveva conseguito il primo premio. Nel 1866 il giovane Allamano lasciò Valdocco per entrare nel seminario diocesano. Questo allontanamento non interruppe la confidenza che si era creata tra lui e don Bosco. Risulta, anzi, che rimasero in contatto per tutta la vita. Quando don Bosco era ammalato, Allamano andò a trovarlo, e quando morì gli rese omaggio con grande venerazione. GIUSEPPE ALLAMANO SI RACCONTA Statua virtuale che rappresenta don Bosco con il giovane Giuseppe Allamano. * ALLIEVO DI DON BOSCO Benché non si sappia nulla del primo incontro tra Allamano e don Bosco, non c’è dubbio che tra di loro iniziò presto una buona intesa. Il contatto con l’impareggiabile maestro incuteva al giovane Allamano rispetto e insieme infondeva entusiasmo. Diceva: «Che io abbia avuto ed abbia speciale affetto e devozione per il venerabile don Bosco, per il bene che mi ha fatto nella mia prima educazione, e per essere stato in quel tempo mio confessore regolare, è verità. So per conto mio che il venerabile mi animava sempre alla virtù ed allo studio; così vidi che faceva con gli altri. Ricordo d’avermi esortato a raccomandarmi a san Giuseppe per ottenere profitto negli studi e sanità fisica». Convinto che l’arte pedagogica richiede anche una mano ferma e un discorso chiaro, senza sottintesi, Allamano sembrava soddisfatto quando raccontava di qualche rimprovero ricevuto da don Bosco: «Ricordo che il venerabile mi rimproverò una volta per aver fatto un viaggio da Torino a Castelnuovo d’Asti in giorno festivo». «Ricordo di essere stato severamente rimproverato dal venerabile perché durante le vacanze avevo letto il romanzo “Beatrice Cenci” del Guerrazzi, e questo rimprovero mi fece molta impressione e mi fu salutare per l’avvenire». Il rimprovero più simpatico, però, fu quello che don Bosco gli rivolse dopo che, quel famoso 19 agosto 1866, Allamano aveva lasciato Valdocco senza salutarlo. Egli desiderava entrare nel seminario diocesano e anche lo zio don Giovanni incoraggiava una tale scelta. Ma come far accettare al maestro l’idea di perdere un simile allievo? Così decise di allontanarsi insalutato ospite. Fu lo stesso Allamano a raccontare confidenzialmente il dialogo avvenuto in seguito tra loro due, iniziato da don Bosco: «“Me l’hai fatta grossa… Sei andato via senza salutarmi!” - “Non osavo…” - “E sei andato via di domenica!” - “Era per necessità…”». Anni dopo, mentre si discuteva la causa per la beatificazione di don Bosco, Allamano testimoniò dicendo: «La sua vita fu tutta intesa alla gloria di Dio, alla santificazione delle anime, specie giovanili, per cui non si risparmiava né giorno né notte». pAGINE DI VITA 82 gennaio-febbraio 2023 MC

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