Missioni Consolata - Novembre 2022

presenza quasi infinitesimale - circa il 2% - rispetto alle masse che vivono in questo continente, ha da sempre un ruolo fondamentale nel campo educativo, sanitario e sociale, ambiti di primaria importanza dove le spiritualità più antiche della storia dell’umanità sono rimaste pressoché impermeabili all’annuncio della Buona Novella. Papa Francesco in un messaggio inviato alla Fabc, ha espresso l’auspicio che le deliberazioni di questa Conferenza generale «permettano alle vostre Chiese locali di sviluppare, all’interno dell’unità poliedrica del popolo di Dio, modi diversi di proclamare la gioia del Vangelo, di formare nuove generazioni di discepoli missionari e di lavorare per l’estensione del regno di Cristo, della santità universale, della giustizia e della pace». (Asia News) COLOMBIA SETTIMANA PER LA PACE Con il motto «Territori in movimento per la Pace», dal 4 all’11 settembre 2022 si è tenuta la 35ª edizione della «Settimana per la Pace» promossa dalla Conferenza episcopale colombiana (Cec). Quest’anno gli organizzatori hanno scelto lo slogan che mette in evidenza il territorio per dare forza al concetto che i territori esprimono la diversità e la vitalità sociale, culturale e politica del paese. Qui si vivono le tensioni, i conflitti e le asperità della violenza, ma qui si manifestano anche la speranza, la resistenza e gli sforzi coraggiosi nella costruzione di condizioni di vita dignitose. Quindi la pace si intreccia giorno per giorno dai territori. La Settimana per la Pace è una mobilitazione civile il cui obiettivo è rendere visibile lo sforzo quotidiano di migliaia di persone, gruppi, organizzazioni, istituzioni, che lavorano nella costruzione e nel consolidamento della pace, oltre a far conoscere iniziative dentro e fuori i territori. (Fides) HONG KONG COMUNITÀ DI FEDE Condividere l’evangelizzazione nella diaspora, valutare lo sviluppo delle «Comunità di fede» per unire i laici, continuare a promuovere l’Associazione per trasmettere la fede nelle parrocchie e nelle varie realtà della Chiesa: con questi obiettivi, mettendosi sulla via sinodale che sta percorrendo tutta la Chiesa, l’Associazione cattolica per lo sviluppo delle piccole Comunità di fede ha celebrato il suo anniversario. Istituita nel 2013, ha l’obiettivo di studiare la storia e le modalità di sviluppo delle piccole comunità, individuare la strada da seguire per il loro sviluppo nella diocesi di Hong Kong, formare i leader, fornire consulenza per la crescita a lungo termine delle piccole comunità e promuovere la loro diffusione nella comunità cattolica cinese. Dalla sua fondazione, questa associazione ha organizzato 11 sessioni di formazione per la leadership delle piccole comunità. Il programma è approfondire la fede, evidenziare l’identità dei laici e incoraggiare lo sviluppo delle piccole comunità di base per sostenere la vita cristiana dei fedeli. (Fides) R MC * * OUJDA: porte aperte Le porte sono sempre aperte. Di notte e di giorno. L’accoglienza nella parrocchia di Oujda, in Marocco, non ha orari. C’è sempre qualcuno a ricevere gli immigrati con lo spirito del samaritano: accudire chi soffre, chiunque esso sia, qualunque storia lasci alle sue spalle. «Non ci guida niente altro che la solidarietà», spiega Edwin Osaleh Duyani, missionario della Consolata e parroco di Oujda: «Non abbiamo altri fini né vogliamo offrire altro che un messaggio di amore verso chi viene da esperienze durissime». La città è vicino al confine tra Marocco e Algeria. Una frontiera tribolata, spesso chiusa a causa delle tensioni politiche e diplomatiche tra Rabat e Algeri. Eppure così porosa da permettere il passaggio dei migranti verso le enclave spagnole di Ceuta e Melilla. «Molti migranti vengono qui per chiedere aiuto dopo un viaggio sofferto nel deserto», osserva padre Edwin. Qui «trovano quella realtà famigliare che è necessaria per ripristinare un minimo di serenità in persone che hanno vissuto esperienze durissime nel loro migrare». Nella parrocchia i migranti hanno la possibilità di mangiare, dormire, lavarsi, cambiarsi d’abito. «Nel 2021 - continua il missionario - abbiamo accolto 2.300 persone. Nei primi sei mesi di quest’anno ne abbiamo già ospitate un migliaio. Molti arrivano in condizioni terribili. Hanno ferite di tutti i tipi sul corpo, alcuni sono anche segnati nella psiche. Emigrare è un trauma che segna molti nel profondo dell’anima». Quando sono accolti nella parrocchia, i migranti vengono anche curati e assistiti nel miglior modo possibile. Li si aiuta a riprendersi dalle fatiche di un viaggio lunghissimo, iniziato nell’Africa subsahariana: Costa d’Avorio, Camerun, Guinea, Sudan, eccetera. «Il nostro non è un centro di accoglienza», conclude padre Edwin: «La nostra è una parrocchia cattolica che accoglie chi bussa al nostro portone. Il nostro unico intento è aiutare chi ha bisogno. Il nostro è lo spirito del buon samaritano. Vogliamo essere vicino agli ultimi e a chi soffre. Niente di più». (Enrico Casale Osservatore Romano, 14/09/2022) Oujda (Marocco): un giovane migrante ferito tra i padri Francesco Giuliani (a sinistra) ed Edwin Osaleh Duyani (a destra). * 9 novembre 2022 MC

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