Missioni Consolata - Novembre 2022

GIUSEPPE ALLAMANO SI RACCONTA «SONO NATO IN MEZZO ALLE VIGNE» L’Allamano mosse i primi passi tra le vigne del Monferrato. Diceva: «Sono nato in quei luoghi, in mezzo alle vigne. Quando eravamo ragazzi andavamo a vedere che cosa facevano nelle vigne, a fare i curiosi, ma qualche volta ci cacciavano via, perché a quell’età imbrogliavamo solo. Però il mezzadro che avevamo era un buon vecchio e ci radunava tutti e ci spiegava. Io non ho mai fatto quel mestiere, ma mi pare che se mi mettessi imparerei subito». Dopo l’asilo, l’Allamano frequentò le scuole elementari con successo. Fu precisamente in questo periodo che avvenne un fatto al quale egli diede un significato decisivo: «Avevo nove anni, gli studi elementari li avevo compiuti, e si stava pensando se dovevo continuarli o no, quando un giorno vengono a casa mia il parroco don Allora e il sindaco. Vistomi, si volgono a mia madre e le dicono: “Che cosa fare di questo ragazzo?”. Mia mamma rispose: “Gli lascio fare quel che vuole”. E mi interrogarono su quello che avrei desiderato divenire; io, confuso, non seppi rispondere a quella domanda tanto importante per me e mi misi a piangere; ma subito essi aggiunsero: “Non bisogna perdere questo ragazzo, fatelo studiare”. Vedete, di quella piccola conversazione il Signore si servì per indirizzarmi allo studio da sacerdote». Proprio a Castelnuovo avvenne l’unico incontro di Giuseppe Cafasso con il ragazzo Allamano, come lui stesso depose al processo di beatificazione: «Avendo io circa sette anni quando il Servo di Dio venne a Castelnuovo […], mia madre nel condurmi a vedere mio zio don Cafasso mi avvertì di baciargli la mano nel presentarmi a lui». Il fatto in sé sembra di poco conto, ma segnò lo spirito dell’Allamano, tanto che, ritornato al paese per le feste della beatificazione nel 1925, indicando un punto della stanza di casa sua, disse: «È qui che ebbi la sua benedizione». Al paese l’Allamano frequentò l’asilo, diretto dalla maestra Benedetta Savio che rimase legata al suo alunno, nel quale le pareva di intravedere un altro don Cafasso. Con i fratelli l’Allamano rimase sempre in piena armonia. Pur essendo il quarto di cinque figli, e piuttosto fragile di salute, sopravvisse a tutti. Ottavio Allamano, di due anni minore di Giuseppe, fu legato da particolare affetto al fratello sacerdote, perché più vicino a lui di età ed anche perché giovanissimi erano stati entrambi in collegio insieme presso don Bosco. La figlia, Pia Clotilde, al processo per la beatificazione così depose: «L’impressione che provai trovandomi accanto allo zio, fu che non fosse solo un sacerdote zelante e pio, ma altamente dotato di spirito soprannaturale, delicatissimo e sapientissimo nel dare consigli. Crescendo in età, questa mia impressione si andò maggiormente confermando in me nei molteplici contatti che ebbi con lui». Castelnuovo: casa natale di Giuseppe Allamano come si presentava al tempo in cui era abitata dalla famiglia. * Castelnuovo: l’incontro di Giuseppe Allamano bambino con lo zio Giuseppe Cafasso, come è stato immaginato dall’artista torinese Piero Dalle Ceste. * pAGINE DI VITA 80 novembre 2022 MC

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