librarsi film 82 ottobre 2022 MC più di una generica, seppur doverosa, denuncia del «sistema». C’è la capacità di fare di Jorge una sorta di Virgilio che ci accompagna negli inferi del mondo con una semplicità disarmante, mettendoci di fronte alle singole responsabilità personali. Il sistema siamo anche noi, nessuno escluso. Ognuno per la sua parte. Sante Altizio crificio umano: l’oro, infatti, appartiene al Diavolo e el Tio de la Mina reclama sacrifici. Occasionalmente dei giovani minatori scompaiono. Una coproduzione italo-francosvizzera davvero ben riuscita, in bianco e nero con un sapore di neorealismo italiano. Nelle note di regia, Matteo Tortone scrive: «L’idea del film inizia in un villaggio di minatori, nella parte Nord della Tanzania. Ero attratto dall’aspetto metafisico dell’oro, controcampo delle implicazioni macroeconomiche del mercato dell’oro. La Rinconada mi è sembrata il setting perfetto per raccontare la corsa all’oro contemporanea: una città di minatori situata a 5.300 metri d’altezza sulle Ande, una destinazione che attira masse di uomini a causa della crisi economica globale». Nel lavoro di Tortone c’è molto MOTHER LODE Con Mother Lode, uscito nel 2021 per la regia di Matteo Tortone, lasciamo l’Italia e approdiamo in Sud America. È la storia di Jorge che lascia la sua famiglia e il suo lavoro di mototaxi nei sobborghi di Lima per cercare fortuna nella miniera più elevata e più pericolosa delle Ande peruviane. Isolata su un ghiacciaio, La Rinconada è «la città più vicina al cielo». Qui arrivano ogni anno migliaia di lavoratori stagionali attratti dalla possibilità di far fortuna e dalla speranza di una vita migliore. Da qui, Jorge inizia un viaggio fatto di premonizioni, dove la realtà e l’immaginazione si mescolano e dove il sogno della ricchezza viene pagato dal saIL TEMPO RIMASTO Se la storia di Nino è quasi sospesa nella realtà, Il tempo rimasto di Daniele Gaglianone, classe 1966, è un poetico tuffo nella vita quotidiana di chi ha alle spalle molto tempo già trascorso e poco, davvero poco, ancora davanti a sé. Uscito nel gennaio scorso e prodotto da Zalab Film, Istituto Luce Cinecittà e Rai Cinema, Il tempo rimasto è una riflessione sulla vecchiaia e su cosa si può scoprire quando ci si ferma a recuperare i propri ricordi. Il film nasce da un lungo percorso di ascolto di decine di persone in cinque regioni italiane, alla ricerca di un mondo che «fino a ieri» poteva apparire remotissimo e che invece sembra stranamente ancora presente. Daniele Gaglianone è uno dei più importanti registi indipendenti del cinema italiano contemporaneo, in un’intervista rilasciata a Gabriella Mancini ha affermato: «Volevo a tutti i costi, al di là dell’ascolto delle parole, raccogliere i piccoli segnali meno evidenti: i gesti, i volti scavati dalle rughe, il segno del tempo che è trascorso. Così come i silenzi che nel film affiorano e sono silenzi non gratuiti, ma seguono l’onda emotiva del racconto. Sono storie tutte in bilico tra un futuro che forse non interessa più, che per quanto possa riservarci delle sorprese, è sempre all’ombra della luce di quanto già vissuto e un presente che è ancora intrecciato con il passato, perché chi racconta non si limita a ricordare ciò che è addietro, ma lo rivive. E lo rivive Qui: Il tempo rimasto, docufilm di Daniele Gaglianone, Italia 2022. Sotto: Mother lode del regista Matteo Tortone, Francia. Italia, Svizzera 2021. * * * in modo talmente intenso da sorprendere prima di tutto chi racconta». Il film di Gaglianone si gioca sul filo dell’emozione scatenata dal recupero della memoria di persone anziane, diverse tra loro, ma identiche nella capacità di ricostruire se stesse com’erano anni e anni prima, in un modo corale. «L’intento è quello di accompagnare lo spettatore dentro una storia nella quale non ci sono singoli protagonisti, dove non bisogna cercare un filo, perché se non lo cerchi sarà poi il filo a trovare lo spettatore». C’è una domanda che aleggia nel film, a volte quasi esplicitata, però decisiva per cogliere la sua cifra poetica: di tutto ciò che ho vissuto, visto, provato, resterà qualcosa? Il film, grazie a Gaglianone, offre la risposta, ed è sì, resterà.
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