76 amico ottobre 2022 MC C hiama 25 giovani torinesi con origini africane, asiatiche, latinoamericane ed europee. Alcuni studenti, altri lavoratori. Prendi un’Ape car, scope e palette, delle pettorine da indossare con il logo del progetto socio sanitario mobile nel quale saranno coinvolti. Fornisci ai giovani le competenze per fare gli animatori di strada in un quartiere multietnico, attraversato da tensioni e povertà, come Aurora, zona Nord di Torino. Ed ecco il progetto «ApeCare», pensato dall’Ufficio per la pastorale dei migranti (Upm) della diocesi, da Camminare insieme Odv e da Mediterraneo Onlus per avvicinare le persone fragili e far conoscere loro i servizi presenti sul territorio per affrontare problemi di salute, difficoltà con i documenti, disagio abitativo e lavorativo, dipendenze, solitudine o la semplice paura di uscire per strada. IL PROGETTO «APECARE» «Il progetto prende il nome dal mezzo con cui ci spostiamo, un’Ape car. Tutti e 25 abbiamo tra i 21 e i 33 anni», ci racconta Chiara Barbonese, studentessa di scienze internazionali dello sviluppo e della cooperazione, tirocinante da novembre 2021 presso l’Upm e tuttofare nel progetto. «Noi ci consideriamo volontari. C’è un piccolo rimborso spese, previsto soprattutto per chi studia, chi lavora part time, chi deve pagare l’affitto. Abbiamo fatto 50 ore di formazione a fine 2021. Poi a gennaio abbiamo iniziato le uscite». ApeCare è uno dei diciannove Missione & Missioni 25 giovani di diverse nazionalità coinvolti in un presidio socio sanitario mobile in uno dei quartieri più difficili di Torino. Per incontrare e aiutare ad affrontare le tante fragilità di chi vive ai margini. DI LUCA LORUSSO Prendersi cura con un’Ape car
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