Le nostre email: redazione@rivistamissioniconsolata.it / mcredazioneweb@gmail.com R R MC 7 ottobre 2022 MC Davanti a un bar, in prossimità della chiesa, un gruppo di giovani ci saluta calorosamente. Uno in particolare si rivolge a me: «Benvenuto campione. Sei bartaliano o coppiano?». Il dualismo Bartali-Coppi era allora più sentito di qualsiasi derby calcistico. Mio fratello, dopo aver dato la mano a tutti, mi invita a fare un giro perché dovevano parlare. Mi avrebbe raggiunto più tardi per la messa direttamente in chiesa. Fu una messa per me straordinaria che mi fece conoscere una faccia nuova della Chiesa di Cristo. Nell’omelia di questo sacerdote udii parole semplici ma capaci di arrivare a tutti. Parole che non avevo mai sentito in centinaia di prediche. Si rivolgeva alla gente come stesse parlando a tu per tu con ognuno di loro. Ebbi persino l’impressione che, ogni volta che si girava dalla mia parte, mi sorridesse e, rivolgendosi direttamente a me, cercasse di farmi capire le brutture, le disuguaglianze, le incongruenze che governavano il mondo affinché io mi dessi da fare per migliorarle (questo ovviamente nella mia fantasia). «Quello è Don Primo, uno che ha aiutato tanta gente e ha ricevuto solo pedate. Dai suoi superiori in particolare, vescovo compreso». Il giovane che mi aveva dato il benvenuto mi avvicinò all’uscita della Chiesa dicendomi, quasi sottovoce, parole che il mio condizionamento di allora rifiutava di credere. Continuò creandomi un certo fastidio: «Figurati che vive qui confinato come se fosse in galera. Non può nemmeno andare a predicare in altre chiese». Seppi più tardi da mio fratello, a cui avevo riferito la cosa, che quel giovane era stato uno dei più convinti partigiani (come lo erano tutti gli altri), ora era iscritto al Partito comunista, e, purtroppo, tutto ciò che aveva detto su Don Mazzolari corrispondeva al vero. Il mio più grande rammarico è stato per anni quello di non essere riuscito a parlare direttamente con lui, soprattutto quando ho cercato di conoscerlo meglio attraverso i suoi scritti. Quando ho cercato di capire meglio chi fosse Don Primo Mazzolari e la grandezza di ciò che aveva fatto ma, purtroppo, era ormai scaduto il tempo. Ebbi tuttavia la grande soddisfazione, qualche anno più tardi, nel vedere questo povero prete di campagna ma grandissimo uomo, riconosciuto come tale anche dai più autorevoli rappresentanti del Cattolicesimo. Rivalutato da due fra i personaggi che cambiarono radicalmente il volto della Chiesa di quegli anni. Nel 1957, infatti, il Cardinal Montini, futuro Paolo VI, lo volle come predicatore alla Missione di Milano e nel 1959 Papa Giovanni XXIII lo ricevette in Vaticano con tutti gli onori definendolo «La tromba dello Spirito Santo in terra padana». Mario Beltrami RISPARMIO CARTA Buongiorno, prego depennare dalle vostre liste di invio la signora G. M. [...] La signora è deceduta 13 anni fa e la vostra rivista non interessa più a nessuno, quindi, per evitare a voi spese d’invio inutili, spese di stampa, carta buttata, lavoro per il postino, etc, etc, etc, prego non inviare più la vostra rivista, grazie. 16/08/2022 Come vi ho già comunicato in passato (la prima volta molti anni fa) la signora M. P. Anna, mia madre, è purtroppo deceduta nel 2009. Quindi risparmiate una copia e non inviate più la rivista. 11/07/2022 Spett. Redazione, sono la figlia di Alessandra B. M. abbonata alla vostra rivista. Vi informo che, poiché la mamma non è più in grado di leggere e non risiede più al solito indirizzo, intende disdire l’abbonamento alla vostra rivista. Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti anche a nome della mamma. L. M. 08/07/2022 Ho riportato qui alcuni messaggi ricevuti che chiedono la cancellazione dell’invio della rivista. Purtroppo non tutte le richieste sono gentili come quella della signora Alessandra che ringraziamo di cuore. Altre volte hanno un tono accusatorio, come se noi avessimo per anni approfittato della bontà dei nostri lettori per spillare i loro soldi. Fateci sapere comunque in tempo, che non volete più la rivista. Non è nostra intenzione invadere la vostra privacy. Colgo anche l’occasione per ringraziare di cuore quei vicini di casa che ci avvisano del decesso o del trasferimento di uno dei nostri lettori. Grazie. Una parola sul tema del risparmio di carta, in questi tempi in cui il suo prezzo è andato alle stelle e la cura dell’ambiente ci sta a cuore. Primo: il vero spreco della carta avviene con gli imballaggi, sempre più invadenti, e con i milioni di copie di stampe pubblicitarie che riempiono le cassette postali, non certo con i giornali o le riviste di informazione che fanno fatica a trovare la carta necessaria. Secondo: «il depennamento» di un indirizzo fa risparmiare i soldi della spedizione, ma la copia viene comunque stampata, almeno fino a quando non si fa un nuovo contratto con la tipografia che deve provvedere con ampio anticipo la carta necessaria alla stampa. Da ultimo un invito a far conoscere la nostra rivista ai vostri amici, anche nelle scuole. Contribuirebbe a aggiungere sempre nuovi lettori. MC non rifugge dai nuovi mezzi di comunicazione su cui sta investendo cercando di mantenere la qualità dell’informazione senza cedere alla banalizzazione. Ma crediamo ancora con forza nella carta stampata come mezzo di conoscenza, riflessione e approfondimento. Siamo convinti che i temi legati alla «missione» non debbano essere bruciati nell’usa e getta del consumismo informatico.
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