Noi e Voi in Africa di Pietro Savorgnan di Brazzà. Grazie per la vostra attenzione. Pax et bonum. Giorgio de Francesco Torino, 24/06/2022 Pietro Savorgnan di Brazzà (1852-1905) è un esploratore italiano che ha dato il nome alla città di Brazzaville, da lui fondata nella Repubblica del Congo. Il suo stile era tutto il contrario di quello usato dal contemporaneo re Leopoldo del Belgio nel colonizzare il Congo Zaire. Grazie del suggerimento, è una persona che vale la spesa conoscere meglio. DI CAMBOGIA E DONMAZZOLARI Buongiorno, leggendo la rivista di luglio, fra gli altri interessanti come l’Iraq, trovo due articoli a me particolarmente cari: Cambogia e Obiezione di coscienza con una citazione relativa a don Primo Mazzolari. Circa la Cambogia avevate già pubblicato una mia testimonianza a fine 2018 (MC 12/2018). Aggiungo solo che in quell’occasione visitai una missione in una zona periferica di Phnom Penh molto difficile da trovare anche per il tassista poiché non c’erano nomi delle vie. Ero stato incaricato da amici del missionario di cui allego la foto (sotto), ma non ricordo il nome. La Chiesa non era enorme, ma sicuramente molto dignitosa. Circa don Primo Mazzolari, allego una testimonianza che mi era stata richiesta per ricordarlo. Avevo avuto l’opportunità di conoscerlo a 11 anni. Era stato per me un incontro sconvolgente poiché nella sua omelia, sentii parole mai udite prima. Cordiali saluti Mario Beltrami 09/07/2022 Don Primo Mazzolari, un personaggio scomodo «Ma come fa a scrivere queste bestialità gente che dovrebbe invece fargli un monumento…». Non riesco a capire dove voglia andare a parare mio fratello. Sta leggendo un settimanale che entrava in casa mia negli anni ’40-50 e che trattava prevalentemente cronache di vita parrocchiale. Buttando sul tavolo il giornale, mi indica un titolo ben evidenziato in cui riesco a leggere solo un nome: Don Mazzolari. Senza darmi il tempo di leggere altro, comincia a parlare di uno straordinario sacerdote, osteggiato soprattutto da chi avrebbe dovuto essere dalla sua parte. Eravamo a Cremona nel 1951, periodo in cui l’Italia era spaccata in due: democristiani da una parte, comunisti e socialisti dall’altra. Questo sacerdote era in pratica accusato di fare prediche troppo sinistrorse, troppo vicine all’area socialista. A me, poco più che undicenne, chierichetto, cresciuto in una famiglia molto religiosa, frequentante solo ambienti oratoriani, queste parole sembravano abbastanza forti, ma ero troppo legato al mio fratellone, ormai uomo, di 16 anni più vecchio, per metterle in discussione. Mio fratello era nato nel 1924, ancora giovanissimo era stato chiamato alle armi da cui aveva poi disertato per unirsi ai partigiani. Aveva presumibilmente sentito parlare di Don Mazzolari proprio in quel periodo. Una domenica di primavera, forse maggio, mi chiama mentre stavo finendo i compiti: «Dai, prendi la bicicletta, andiamo a fare un bel giro, devo incontrare amici in un paese a una trentina di chilometri». Parlare di macchine allora era quasi fantascienza e i 30+30 chilometri, fra andata e ritorno, era cosa normalissima in una zona piatta come il tagliere della polenta, dove il ciclismo era lo sport più popolare. Senza quasi rendermene conto, dopo aver attraversato diversi paesi: «Ci siamo», mi dice. Il cartello all’entrata del paese indicava Bozzolo, località che non avevo mai sentito prima. 6 ottobre 2022 MC TAIWAN Sono un dilettante e certamente Lamperti ne sa molto più di me. Però non mi sembra che Taiwan sia il problema più importante per la Cina popolare che da quando Deng Tsiao Ping ha sconfitto la «banda dei 4» ha dato largo spazio all’iniziativa privata e probabilmente agli investimenti in Cina da parte dei loro emigrati arricchitisi in occidente. Se la Cina ha interessi di espansione geografica, sicuramente riguardano l’accesso diretto alla rotta polare resa libera dal disgelo e che dimezza (almeno) il percorso dalla Cina al mare del Nord, che resta il centro dello sviluppo industriale europeo. E per avere un accesso diretto la Cina deve prenderlo, con le buone o con le cattive, alla Russia, che peraltro sta rendendosi militarmente ridicola di fronte al mondo con un esercito potente sulla carta che non riesce a imporsi a quattro gatti male armati di Ucraini. Claudio Bellavita 30/06/2022 UN CARDINALE ORA, POI ALLAMANO SANTO? Penso che il postulatore della beatificazione del canonico Allamano abbia quasi finito il suo lavoro. Quale maggior miracolo dell’elevazione a cardinale di un giovane responsabile della più piccola e sperduta missione della Consolata, che vive e celebra sotto una tenda mongola? Claudio Bellavita 04/07/2022 Lo speriamo anche noi. Se venisse presto anche la notizia della canonizzazione, sarebbe proprio un grande dono! SCRIVETE DI PIETRO DI BRAZZÀ Gentilissima Redazione, penso che sarebbe interessante e bello far conoscere ai lettori della rivista MC l’esempio umano
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=