La guerra in Ucraina ci ha fatto scoprire le vie dell’export-import del grano. Il suo blocco nei porti e la sua minore produzione stanno generando gravi problemi. E, se l’Europa rischia la recessione, milioni di africani rischiano la fame. di Francesco Gesualdi Il conflitto in Ucraina ci ha insegnato che le guerre, oltre a seminare morte dove divampano, producono sofferenza anche a distanza per le loro conseguenze commerciali ed economiche. E se l’Europa rischia la recessione per la riduzione delle forniture di gas, milioni di africani rischiano la fame per la riduzione delle forniture di grano. Analizzando i dati di produzione e commercio, si scopre che il grano è uno dei prodotti più commercializzati a livello mondiale perché ci sono paesi che ne producono più del proprio fabbisogno e altri che non ne producono abbastanza. Da un punto di vista quantitativo, il primo posto spetta alla Cina, che però non ne produce abbastanza per cui è un importatore Chi paga la guerra del grano © Philippe Ramakers - Pixabay netto. Il secondo grande produttore è l’India che, al contrario, non lo consuma tutto e compare fra gli esportatori netti. Una notizia che non ti aspetteresti dal momento che, in India, il 13% della popolazione, 189 milioni di persone, è sottonutrita. Dimostrazione di come la fame non sia sempre un problema di produzione, ma di ingiusta distribuzione della ricchezza che priva milioni di famiglie dei mezzi necessari per acquistare il cibo che nei negozi abbonda. LO SCANDALO DEL BLOCCO Il terzo produttore mondiale di grano è la Russia che però è anche il primo esportatore perché ne consuma internamente soltanto la metà. Andando avanti, fra i primi dieci produttori troviamo Stati Uniti, Canada, Francia, Pakistan, Ucraina, Germania, Turchia. Tutti paesi, che, a eccezione di Pakistan e Turchia, compaiono anche fra i primi dieci esportatori. Un gruppo, quest’ultimo, di cui fanno parte anche Argentina e Australia che, pur non producendo quantità astronomiche di grano, ne raccolgono oltre il proprio fabbisogno. Quanto all’Ucraina, si trova all’ottavo posto come produttore e al quinto come esportatore. Nel 2020 il suo contributo alle esportazioni mondiali è stato del 10%, quello russo del 20%. Grano che, in gran parte, salpa dai porti del Mar Nero. Per questo, con lo scoppiare della guerra in Ucraina, il mercato mondiale del grano ha registrato ammanchi importanti. The Odessa Journal del 2 maggio 2022 titolava che, nei porti ucraini, erano bloccate quattro milioni e mezzo di tonnellate di grano. Cifra che, secondo le Nazioni Unite, saliva a 25 milioni di tonnellate se si allargava la visuale a mais, orzo, segale e altre derrate alimentari. 29 agosto-settembre 2022 MC MC R PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO E la chiamano economia
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