tari e i soccorritori. Durante la Quaresima la comunità cattolica con i suoi numerosi volontari del Signore ha compiuto un cammino sinodale nella carità, basato sulla preghiera e la fratellanza. Così stanno costruendo una «Chiesa sinodale» di comunione, partecipazione e missione, come ha raccomandato papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato. (Fides) PERÙ FORMAZIONE AMAZZONICA I Vicariati apostolici dell’Amazzonia peruviana hanno deciso di dare vita a un seminario intervicariale allo scopo di assicurare un’adeguata formazione ai futuri sacerdoti, ribadita anche all’Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi, tenutasi dal 21 al 28 novembre 2021. Gli otto vicariati apostolici in Perù che uniranno le loro forze sono quelli di Jaén, Puerto Maldonado, San José del Amazonas, San Ramón, Yurimaguas, Requena, Pucallpa e Iquitos. In diversi di essi ci sono già da anni i seminari, ora «con questo nuovo seminario - sottolineano i vescovi -, si vogliono unire le forze e cercare obiettivi comuni che aiutino nel cammino di dare alla Chiesa un volto amazzonico, che risponda alle sfide della Chiesa e dei popoli della regione amazzonica». La formazione dei futuri sacerdoti è stata uno dei temi maggiormente presenti nella riflessione della Chiesa dell’America Latina e dei Caraibi negli ultimi anni. Il documento finale del Sinodo per l’Amazzonia afferma che la formazione al ministero ordinato deve avvenire «a contatto con la realtà della gente, in armonia con la cultura e la religiosità locale». Per questo i centri di formazione alla vita sacerdotale e consacrata devono inserirsi, preferenzialmente, nella realtà amazzonica al fine di favorire il contatto del giovane amazzonico in formazione con la sua realtà, mentre si prepara alla sua futura missione. (Fides) UZBEKISTAN COSA VUOLE DIO? Incontrare i giovani cattolici dell’Asia centrale, comprendere i loro bisogni spirituali, donare loro l’annuncio di Cristo: sono questi gli obiettivi dell’incontro diocesano dei giovani di Uzbekistan e Tagikistan che si è tenuto a Samarcanda alla fine di marzo, come racconta padre Ariel Alvarez Toncovich, parroco della chiesa di S. Giovanni Battista di Samarcanda. L’incontro si è svolto dal 21 al 24 marzo e vi hanno partecipato 46 giovani, di cui 31 uzbeki e 15 tagiki. «Durante l’incontro - dice il sacerdote -, il cui tema recitava: “Cosa vuole Dio dai giovani dell’Uzbekistan e del Tajikistan?”, abbiamo raccontato ai partecipanti cosa significhi essere un cattolico. Nelle domande interessanti che hanno fatto, sono emerse le loro necessità spirituali e culturali, che sono tantissime, perché quella centroasiatica è una chiesa giovane e, proprio come i bambini che per crescere hanno bisogno di cibo, i cattolici di questi paesi hanno bisogno di alimenti umani, spirituali e culturali». L’incontro è stato il secondo di tre appuntamenti dedicati ai giovani nel corso dell’anno: il primo si è tenuto all’inizio di gennaio e il terzo sarà un campo vacanze nel corso dell’estate, che si spera possa fortificare i giovani nel loro cammino di fede e accoglierne di nuovi, interessati a conoscere e a fare esperienza di Gesù Cristo. (Fides) R MC * * Colombia: missione ad gentes Jennifer Katherine Palomeque, laica missionaria della Consolata colombiana, racconta che, nel 2017, avendo partecipato al «Congresso della consolazione e della missione» nella città di Bogotà, organizzato dai Missionari della Consolata, ha deciso di andare oltre la propria realtà per condividere l’esperienza di Gesù con persone diverse da lei e dalla sua gente e appartenenti a culture diverse. «Tutto è iniziato con una richiesta, fatta ai superiori della Consolata in una delle loro visite a Cali, di impegnarmi in uno spazio missionario ad gentes. Superate le difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19, finalmente è arrivato il grande giorno in cui ho lasciato la mia casa, la mia terra, il mio posto sicuro e sono andata a vivere una nuova avventura missionaria accompagnata da persone incredibili, ma soprattutto in compagnia di Gesù. “Seguitemi e vi farò pescatori di uomini” (Mt 4,19-20). In realtà non sono mancati momenti di panico e paura, ma un amico molto caro mi ha detto: “Non ti preoccupare, colui che ti ha mandato ti accompagnerà nella tua missione”, e queste parole mi hanno riempito di forza e coraggio nel mio viaggio. Ogni volta sento sempre più reale ciò che mi è stato detto tante volte nell’animazione: è una gioia indicibile mettere la propria vocazione al servizio della missione anche se non è facile; vorresti fare molto ma la situazione, la realtà che trovi e i reali bisogni della gente non sempre lo permettono. Questo, in ogni caso, non cessa di essere un motivo per continuare a lavorare e se ho imparato qualcosa da questa ancora cortissima esperienza di missione è che essere fonte di consolazione è, molto spesso o quasi sempre, anche solo presenza. Oggi mi sento molto fortunata di poter dire che sono stata capace di attraversare i miei confini per andare in un luogo che non è mai stato nei miei piani: sono in Brasile, nella città di Boa Vista (nello stato del Roraima) e sto lavorando con migranti venezuelani». Jennifer K. Palomeque F. Boa Vista (Brasile): Jennifer Katherine Palomeque, missionaria laica colombiana con padre Alessandro Conti a Boa Vista, in Brasile, al servizio degli emigranti venezuelani. * 9 giugno 2022 MC
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