Missioni Consolata - Maggio 2022

Parole di corsa DI LUCA LORUSSO Padre Noé João Moreno è un missionario della Consolata del Mozambico in Italia dal 2013. Ordinato sacerdote nel 2019, oggi è una delle anime della casa di animazione missionaria Milaico di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso. Non temere di osare dai Missionari della Consolata, ho incontrato per la prima volta il nome dei missionari figli dell’Allamano. Poi un amico che li conosceva mi ha spiegato chi fossero e mi ha messo in contatto con la comunità della Consolata piu vicina che si trovava a 80 chilometri. Così ho incontrato padre Julius Gichure, l’allora animatore missionario e vocazionale dell’Imc in Mozambico». Ci racconti la tua storia missionaria? «La mia storia missionaria direi che è appena all’inizio e si sta costruendo. Ho iniziato il per- «Sono Noé João Moreno, figlio di João Moreno e di Atija António. Ho 33 anni, sono nato a Nacala Porto, Nampula, in Mozambico. Sono terzo di nove figli, e sono stato ordinato sacerdote missionario della Consolata il 25 agosto del 2019. Ho sentito la chiamata di Dio per diventare missionario ai tempi della scuola superiore. Ero studente in un collegio dei missionari Comboniani. Facevo il corso di base di meccanica per automobili. Pian piano mi sono appassionato allo stile di vita di quei missionari. Alla loro semplicità e disponibilità. Erano persone instancabili. Concretamente mi stupiva il fatto che fossero di provenienze diverse e che, nonostante questo, vivessero come figli della stessa madre. E non solo tra di loro, ma anche con noi studenti: ci seguivano come loro fratelli minori. Allora mi sono detto: “Mi piacerebbe essere anche io come loro, partire per annunciare Gesù ad altri popoli e culture». Hai studiato dai Comboniani, ma poi hai deciso di diventare missionario della Consolata, come mai? «La scelta di essere della Consolata è stata casuale. Prima di iniziare il percorso del seminario, non sapevo che ci fossero distinzioni tra le congregazioni. Sapevo dell’esistenza di preti che venivano da lontano, stranieri, di preti locali che si spostavano solo all’interno della loro diocesi, e poi dei monaci e delle monache. Io volevo diventare come quelli che venivano da lontano. La distinzione tra le diverse congregazioni l’ho scoperta durante gli incontri di discernimento vocazionale, alla fine dei quali sono stato interpellato con la richiesta di decidere quale istituto abbracciare. Attraverso la rivista Fátima missionária, pubblicata in Portogallo 74 amico maggio 2022 mc

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