THAILANDIA LA BIBBIA IN AKHA In Asia ci sono ancora 751 lingue parlate da 124 milioni di persone che non hanno a disposizione alcuna pagina della Sacra Scrittura. Un’esperienza molto significativa nel lavoro di traduzione della Bibbia è quella che sta coinvolgendo il popolo degli Akha, che vive sulle montagne del Nord della Thailandia. La lingua akha è ancora prevalentemente orale e manca di una letteratura locale. Di qui l’importanza di una traduzione della Bibbia che sia davvero frutto di un cammino comunitario. Ed è proprio quanto si sta facendo: il «cantiere» sui monti della Thailandia è partito nel settembre 2020 coinvolgendo tutte le comunità cattoliche degli Akha. Ciascuna ha scelto dei rappresentanti tra i propri catechisti che hanno dato vita a una commissione che si ritrova periodicamente e sta lavorando sotto la guida di padre Ribolini, missionario del Pime. Il primo passo è stato quello di definire un dizionario biblicoteologico che traducesse i nomi dei personaggi biblici, della toponomastica, dei neologismi e di tante parole legate alla teologia. Terminato questo lavoro con l’aiuto dei primi due sacerdoti di etnia akha, ora è prevista una consultazione di tutte le comunità akha. Infine, spetterà ai vescovi delle tre diocesi akha l’approvazione finale di questo dizionario biblicoteologico pietra di base per la traduzione completa della Bibbia. Un percorso profondamente comunitario, dunque, che rappresenta un segno tangibile della presenza, cultura e identità del popolo akha in riferimento alla fede. (AsiaNews) R MC * * Colombia: Amazzonia Condividere esperienze, ascoltare il grido della foresta e delle comunità; cercare nuove vie per una presenza più forte e consapevole della situazione da parte dei popoli che la abitano. Erano gli obiettivi dell’incontro continentale dei venti missionari e missionarie della Consolata che si sono riuniti dall’1 al 5 febbraio nella città colombiana di Puerto Leguízamo, nel dipartimento amazzonico del Putumayo, accolti dal vescovo Joaquín Humberto Pinzón, missionario della Consolata. L’incontro è servito soprattutto per uno scambio di esperienze, in chiave sinodale, dei missionari che accompagnano le popolazioni indigene di Brasile, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela. Al tempo stesso, è stato messo in atto l’ascolto di alcuni leader delle comunità indigene, contadine e afrodiscendenti, per costruire sulla base del dialogo i percorsi che determineranno il futuro del lavoro missionario in Amazzonia. Durante l’incontro, i missionari hanno potuto visitare la comunità indigena Murui di Puerto Refugio dove hanno conosciuto il progetto di vita che la guida, e celebrato la messa. L’incontro dei missionari ha rappresentato, inoltre, l’occasione per il lancio ufficiale di un centro studi sull’Amazzonia. A questa iniziativa è connesso il rafforzamento del Centro di documentazione indigena (Cdi) a Boa Vista (Roraima, Brasile). I due progetti si propongono di conservare la memoria delle missioni e di fornire preziose informazioni a chi si occupa di preservare la cultura indigena. Tali strumenti sono rivolti non solo ai ricercatori delle università e delle scuole, ma anche agli studenti di teologia e ai missionari che giungono per la prima volta nella regione. Ha concluso l’incontro la presentazione del libro «Dialogo: presenza evangelizzatrice e consolatrice», scritto da suor Mary Agnes Njeri Mwangi, Mc, che offre una metodologia missionaria di dialogo con il popolo yanomami nella missione Catrimani (Brasile). (Sir - Imc) 9 aprile 2022 MC PAKISTAN IL PRIMO «SERVO DI DIO» Il giovane cattolico Akash Bashir è il primo «Servo di Dio» nella storia della Chiesa del Pakistan. Dopo l’annuncio ufficiale della Chiesa cattolica del Pakistan una grande gioia si è diffusa nelle comunità cristiane. Il giovane laico ha offerto la sua vita in sacrificio per salvare la vita di centinaia di cristiani presenti all’interno della Chiesa cattolica di San Giovanni nel quartiere di Youhanabad, a Lahore, il 15 marzo 2015, bloccando un terrorista kamikaze e morendo con lui. Akash Bashir, nato il 22 giugno 1994 a Risalpur, nella provincia pachistana di Nowshera Khyber Pakhtun Khwa, era uno studente del Don Bosco technical institute di Lahore ed era tra i giovani attivi nella comunità parrocchiale della Chiesa di San Giovanni. Akash era in servizio al cancello d’ingresso della chiesa il 15 marzo 2015, quando ha notato un uomo che voleva entrare con una cintura esplosiva sul corpo. Akash ha abbracciato l’uomo, bloccandolo e tenendolo fermo al cancello d’ingresso, facendo sì che il piano del terrorista, di fare strage all’interno della chiesa, fallisse. L’attentatore si è allora fatto esplodere e il giovane Akash Bashir è morto con lui. Le ultime parole di Akash sono state: «Morirò ma non lascerò che tu entri». (Fides)
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