Missioni Consolata - Aprile 2022

DAI BASSI NUMERI DELLE SALE ALLA CRESCITA DELLE PIATTAFORME Spiritualità e prove impossibili Le vita ci mette spesso di fronte prove che ci sembra di non sapere superare. Eppure gli eroi di questi film ci provano. E alcuni ci riescono pure. Forse anche grazie a una buona carica spirituale. PRENDI LO SCHERMO E MANGIA MC R librarsi film di Sante Altizio 81 aprile 2022 MC AMORE E MORTE Tutti coloro che amano il cinema lo sospettavano, ma i dati ufficiali sono stati peggiori delle attese. I rilevamenti ufficiali dell’Anica, Associazione nazionale industrie cinematografiche, resi noti a fine dicembre, ci dicono che in Italia nel 2021 i cinema hanno registrato un incasso complessivo di 170 milioni di euro. Il 73% in meno rispetto alla media del triennio 2017-2019. I biglietti staccati al botteghino sono stati 30 milioni, prima della pandemia si oscillava tra gli 80 e i 100 milioni. Però, anche se è stato un anno terribile per il grande schermo, il più importante festival del cinema indipendente italiano, il Torino film festival, ha battuto un colpo, ed è tornato, a novembre, a respirare in grande. Il premio come miglior film è andato a «Between two dawns», tra due albe, del regista turco Selman Ancar, che a soli 32 anni, al suo esordio, lascia pubblico e giuria a bocca aperta. Tutto nasce da un incidente mortale all’interno della fabbrica di famiglia di Kadir, il protagonista. Kadir si fa carico di tutto ciò che comporta un dramma di quelle dimensioni, ma non è sempre così facile fare i conti con se stessi in situazioni simili. In una recente intervista rilasciata ad Antonio Maiorino per il sito taxidrivers.it, è lo stesso Selman Ancar a spiegare: «Ho sempre trovato molto cinematografica la nostra incapacità di raggiungere una conclusione riguardo problemi di questo tipo, così come l’opportunità di poterli osservare da diversi punti di vista. In più, volevo ritrarre il momento in cui un personaggio attraversa un conflitto morale, intrappolato tra la coscienza, la famiglia e i propri sogni». Un altro regista che ha fatto del realismo e della scelta morale un tratto distintivo della sua cinematografia è Uberto Pasolini, romano trapiantato a Londra, che è stato nelle sale a fine anno con «Nowhere special», bellissimo e struggente. È la storia di un padre un po’ scalcagnato e solo, che ha ancora pochi mesi da vivere a causa di un tumore, e un bimbo di 4 anni al quale decide di trovare una famiglia solida e ricca a cui affidarlo dopo la sua morte. Inutile dire che il bambino, Daniel Lemont, è una vera sorpresa. Amore e morte in «Nowhere special» si tengono per mano. Però Uberto Pasolini (Uberto, non Umberto, e non è parente del grande Pier Paolo) ha una cifra stilistica che strappa applausi ed è capace di vette altissime di tenerezza. Per averne conferma prima di guardare «Nowhere special» (lo trovate per fortuna su Netflix, visto che è sparito dalle sale troppo presto per essere apprezzato come meriterebbe), concedetevi anche «Still life» (lo trovate a noleggio su Google Play e su iTunes), che il regista romano ha girato nel 2013. È la storia di un impiegato pubblico londinese il cui compito è, ogni volta che muore una persona sola, di trovare qualche amico, parente, conoscente da avvisare e portare al funerale. Nessuno deve fare l’ultimo viaggio da solo.

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