Fassi, vescovo di San Martín, nell’omelia di domenica 6 febbraio: «Capiamolo bene, non esiste una droga buona e una cattiva, ogni droga è cattiva perché danneggia e uccide. Che sia legale o illegale, può sempre finire per uccidere la persona che la consuma. Non capiamo come possano riapparire progetti di legge che vogliono legalizzare, quando la cosa più necessaria sarebbe che appaiano politiche statali che propongano leggi di protezione e cura delle persone vulnerabili». Abbiamo chiesto un commento a Cecilia Gonzáles, giornalista messicana dal 2002 in Argentina, autrice di vari libri sulle tematiche del narcotraffico (Narcosur, Narcofugas, Todo lo que necesitas saber sobre narcotráfico, quest’ultimo uscito anche in Italia). «Come nel resto del mondo - ci ha spiegato -, anche in Argentina il consumo di droghe è cresciuto in maniera esponenziale. Tuttavia, non c’è paragone con il Messico, il mio paese, dove si combatte una vera e propria narcoguerra». Abbiamo chiesto alla giornalista chi siano i consumatori di droga in Argentina. «Ce ne sono - ha risposto - in tutti gli strati sociali. Le sostanze di migliore qualità si vendono tra le classi superiori, le In basso: una vista aerea di Villa Puerta 8, accanto all’Arroyo Morón e uno scorcio di Villa 31, una delle villas miserias più note di Buenos Aires. | A destra: mons. Manuel Fassi, vescovo di San Martín. | Qui: un taller (laboratorio) in un centro dell’Hogar de Cristo; su questi centri, Uca e Caritas hanno prodotto un libro «Evaluación de impacto integral de los centros barriales del Hogar de Cristo» (2021), scaricabile dal web. * MC 56 © Tomas Cuesta - AFP ARGENTINA * A Villa Puerta 8 la povertà e la miseria si vedono e si toccano con mano. " © Infobae
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