sperare a ogni costo, fu madre per tutti. Erano in tanti a riconoscere che la maternità che suor Carola manifestava verso tutti era un riflesso vivo della bontà della Madre di Dio e della sua cura per ogni suo figlio. C’è una fotografia di suor Carola che è come l’icona della sua vita: quella in cui tiene tra le sue mani due neonati (foto pag. 24), quasi a significare che le sue mani furono grembo di vita. Questa suora cottolenghina servì l’amore e la difesa della vita, soprattutto la più fragile e vulnerabile, camminando nella via tracciata da san Giuseppe Benedetto Cottolengo. Una donna che testimoniò i misteri cristiani dell’incarnazione e della redenzione: nella fotografia, la capanna sullo sfondo ci ricorda la grotta di Betlemme; le mani di suor Carola, che custodiscono e mostrano le due creature, sono come la mangiatoia che accolse il neonato Figlio di Dio fatto uomo nell’umiltà e nella povertà della nostra condizione. La croce che la missionaria porta sul petto è il richiamo a una vita consegnata e consumata nella grazia di Gesù Salvatore a favore di tutti gli uomini e di tutti i popoli. Le donne e le madri che accompagnano suor Carola rappresentano la sua dedizione per la difesa, la promozione della dignità della donna. Colpisce infine come in questa immagine suor Carola appaia così conformata alla missione e alla gente a lei affidata da assumere lei stessa tratti quasi africani. 28 aprile 2022 MC «PER LA SALVEZZA DELLE ANIME» Merita ricordare che suor Maria Carola lavorò instancabilmente per la salvezza delle anime, attraverso uno zelo e una dedizione incondizionata, fino al dono della sua vita. Oggi il termine «anima» sembra essere diventato una prerogativa esclusiva della psicologia e il parlare della «salvezza delle anime» sembra una cosa antiquata. [...] Suor Maria Carola si preoccupava dell’uomo intero, delle sue necessità fisiche e spirituali. Con il suo esempio e il suo messaggio ci ricorda che «noi non ci preoccupiamo soltanto del corpo, ma proprio anche delle necessità dell’anima dell’uomo: delle persone che soffrono per la violazione del diritto o per un amore distrutto; delle persone che si trovano nel buio circa la verità; che soffrono per l’assenza di verità e di amore. Ci preoccupiamo della salvezza degli uomini in corpo e anima». Quante anime salvate. Quanti bambini salvati da morte sicura. Quante ragazze e donne difese nella loro dignità. Quante famiglie formate e custodite nella verità dell’amore coniugale e famigliare. Quanti incendi di odio e di vendetta estinti con la forza della pazienza e la consegna della propria vita. E tutto vissuto con grande zelo apostolico e missionario. Le persone che ebbero la grazia di incontrarla fecero l’esperienza di una donna e di una consacrata che non solo compiva coscienziosamente il suo lavoro, ma che non apparteneva più a se stessa. Una disponibilità continua, una dedizione rinnovata ogni giorno ai piedi dell’altare, una consegna fino al sacrificio supremo della vita per la riconciliazione e la pace. Ella avrebbe voluto sacrificarsi per tutti, dicendo, più coi fatti che con la parola: «Darò a tutti le mie forze finché avrò vita e poi morirò contenta». «Sono tutte anime, sono nostre le anime di tutto il mondo». SUOR CAROLA: MADRE Dalle testimonianze (raccolte per la causa di beatificazione, ndr) traspare un tratto distintivo di suor Carola: quello della maternità. Donandosi interamente a Dio, lei non aveva certo rinunciato al sublime senso della maternità, anzi lo rivendicava a sé con tutto il suo peso, le sue conseguenze, le angosciose trepidazioni. Con la tenace capacità di I Perdenti special
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