78 amico marzo 2022 MC Come è nato il desiderio di entrare nell'Imc? «Quando è morta mia mamma, le suore di Maria Immacolata sono diventate un po’ delle mamme adottive per me. Appena finita la scuola secondaria, ho lavorato al loro ospedale. Un giorno viene da me una suora e mi dice: “John, cosa vuoi fare nella vita?”. È un pomeriggio caldo, io ho lavorato tutto il giorno nei campi, sono stanco e sudato. Desidero solo farmi una doccia e riposare. Voglio man - dare via la suora il prima possi - bile. Allora - e questo è un mira - colo - le dico: “Vorrei fare il sa - cerdote”. Lei va via, ma torna dopo cinque minuti con un bi - glietto: “Padre Kizito Mukalazi”, e un numero di telefono. “Chiama questo padre”, dice. Io chiamo, e lui mi risponde: “Sono a 20 mi - nuti da te, passo mentre torno a Nairobi”. Dopo un po’, è da me. Mi chiede come sto, come mai l’ho chia - mato, poi mi chiede il mio indi - rizzo postale e mi dà la sua email. Infine va via. Finalmenteposso riposare: “Non gli scriveròmai”, penso. È l’estate del 2009. Io entrerò in seminario nel 2010». « Io sono John Kinyua Nkinga. Sono nato l’8 marzo 1987, nella zona di Nyeri, al centro del Kenya. Sono l’unico figlio della mia mamma, nato quando lei era giovane e doveva finire gli studi. Quindi mi ha cresciuto mia nonna. Con mia mamma ci vedevamo durante le sue vacanze. Dopo il diploma alla secondaria, ha fatto la scuola da infermeria e, quando ha finito, nel 1992, sono andato a vivere con lei. Abbiamo vissuto poco insieme, però, perché lei è morta quando avevo 10 anni». Padre John è missionario della Consolata, impegnato nell’animazione missionaria a Torino. Compie 35 anni in questi giorni. All’inizio della nostra chiacchierata ci racconta della grande famiglia nella quale è nato e cresciuto: la nonna, la mamma, lo zio materno che ha accolto John in casa sua quando è rimasto orfano, la moglie dello zio, che è diventata per lui come una seconda mamma. E poi le suore di Maria Immacolata di Nyeri, quelle fondate da monsignor Perlo, dalle quali aveva lavorato sua mamma e che l’hanno aiutato in tutto, a partire dal sostegno economico per l’istruzione. Per arrivare al suo papà biologico, cercato e ritrovato all’inizio del seminario, grazie alla spinta dei Missionari della Consolata per riconciliarsi con quella parte della sua vita, e alla moglie di suo papà, ennesima «mamma» che l’ha accolto nella sua vita e che gli ha donato anche un fratello e una sorella. «Mio papà si era sposato con un’altra donna. In inglese si dice stepmother, ma è una parola che a me non piace, perché questa donna ha proprio preso il posto della mia mamma. È una donna meravigliosa. Poi ho un fratello e una sorella. Quindi la mia famiglia si è allargata: non dico più che sono figlio unico. Queste persone mi hanno riempito di gioia». Come hai conosciuto i Missionari della Consolata? «Sono cresciuto a Mwea, vicino Sagana, dove l’Imc ha il noviziato. Lì, i Missionari della Consolata portano i novizi a fare un mese di esperienza nell’ospedale delle suore dove io ero di casa. Ho conosciuto l’Imc dai novizi. Però, ai tempi, non avevo l’idea di diventare missionario». Parole di corsa DI LUCA LORUSSO Padre John Kinyua Nkinga è nato nel 1987 in Kenya. Dal 2015 è in Italia, prima come studente a Roma, ora come animatore missionario a Torino, dove segue, tra le altre cose, la comunità ecumenica di lingua inglese. Un missionario che racconta molto di sé e lascia trasparire la grande fiducia che lo guida. #CAMminiamo #CAMbiamo © Af.MC / John Nkinga
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