alle informazioni che divulgano sulle loro politiche, sulle pratiche e impatti sociali e ambientali, nelle loro operazioni e nella catena di approvvigionamento». Il gruppo Cofra include il marchio di prodotti di abbigliamento C&A, che nel rapporto del 2021 rientrava nelle prime dieci aziende più virtuose, mentre Good On You attribuisce a C&A una valutazione di 3 (è un inizio). UN CASO VIRTUOSO Vi sono infine alcune esperienze di rigenerazione avviate da aziende che hanno nella moda sostenibile uno dei loro obiettivi primari, come nel caso di Rifò, un laboratorio di Prato@. La rigenerazione, ha spiegato nel podcast Il mondo alla radio di Vatican News@ il fondatore di Rifò Niccolò Cipriani, è propria del distretto tessile di Prato, dove da cento anni arrivano scarti industriali soprattutto di lana e cachemire che vengono selezionati per colore e qualità, sfilacciati, riportati allo stato di fibra e poi cardati. L’idea di Rifò, racconta Cipriani, è nata da una sua esperienza come cooperante in Vietnam, che è uno dei principali centri manifatturieri del pianeta nell’ambito tessile: lì si è reso conto che l’industria dell’abbigliamento ha un problema di sovrapproduzione, al quale si aggiunge un parallelo problema di sovraconsumo, per cui le persone comprano di più di quello di cui hanno bisogno e le aziende producono più di quanto le persone comprano. Rifò utilizza il 92% di fibre rigenerate di cachemire, cotone, jeans e poliestere e offre un servizio di raccolta di vestiti usati in cambio dei quali l’utente riceve buoni per effettuare acquisti sul sito. Un aspetto importante, racconta Cipriani, è quello della valutazione dell’impatto ambientale dei processi di riciclo, che non sempre sono sostenibili. Nel caso della rigenerazione delle fibre usate da Rifò si tratta di un processo meccanico, che richiede poca acqua e nel quale spesso non avviene la ritintura delle fibre con tutto il relativo impiego di prodotti inquinanti necessari per la colorazione. Altro punto chiave è quello della prevendita: Rifò produce solo ciò che viene ordinato, preferendo offrire uno sconto prima di produrre in cambio del tempo di attesa richiesto ai clienti per poter realizzare il prodotto, piuttosto che produrre in eccesso e fare poi i saldi. Chiara Giovetti cooperando nelle interviste realizzate dai due studiosi, il rivenditore australiano interpellato affermava di acqui - stare indumenti solo dai produt - tori che garantivanoai lavoratori condizioni conformi all’accordo sulla sicurezza antincendiodegli edifici in Bangladesh, firmato un mese dopo il crollo del Rana Plaza. I produttori bengalesi hanno però rivelato che i controlli di conformità sono spesso «una farsa», dal momento che la limita - zione delle ore di straordinario del lavoratore e la presenza di un’infermierae di un assistente all’infanzia nella struttura dura - vano solo per il giorno dell’audit. GLI SFORZI CHE SI FANNO Ci sono diverse fonti per orien - tare i propri acquisti monitorando gli sforzi che fanno le grandi aziende per rendersi più sosteni - bili. Una di queste è il già citato sito Good On You, che ha un si - stema di valutazionedelle aziende@ basato su oltre 500 in - dicatori relativi a 60 aspetti po - tenzialmenteproblematici che ri - guardano l’ambiente, le condi - zioni di lavoro e il trattamentode - gli animali. I punteggi vanno da 1 (evitiamo) a 5 (ottimo), passando per buono (4), è un inizio (3) e non abbastanza buono (2). Vi è poi il rapporto annuale Fashion transparency index di Fashion revolution@, una piattaforma nata dopo il disastro del Rana Plaza e compostada acca - demici, addetti ai lavori del com - parto moda, rappresentanti dei lavoratori e comuni cittadini. È fi - nanziata per le attività principali dalla Laudes foundation, «lanciata nel 2020, [...] per sfidare e ispirare l’industria a sfruttare il suo potere per il bene. Come parte dell’impresa familiare Bren - ninkmeijer, ci basiamo su sei ge - nerazioni di imprenditorialitàe fi - lantropia e siamo al fianco delle imprese Cofra e delle altre atti - vità filantropicheprivate della fa - miglia»@. Il rapporto analizza e classifica 250 marchi e rivenditori «in base 66 marzo 2022 MC Jeans di moda ad alto ricambio - © AfMC/ Gigi Anataloni
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