Missioni Consolata - Marzo 2022

* HAITI prima e dopo gli eventi. Secondo certi analisti, Martelly stesso potrebbe essere stato attivo nell’assassinio. È però verosimile che le due fazioni, figlie dello stesso partito e della stessa cultura politica, all’ultimo momento, trovino un accordo per governare il paese. DOVE STA IL POPOLO «Quelli del Montana vorrebbero una “transizione di rottura”, che escluda i corrotti e gli attori del precedente potere, e coloro che hanno partecipato ai massacri di questi ultimi anni (ne sono stati compiuti diversi). Chiedono un processo partecipativo, che metta avanti le associazioni della società civile organizzata, e i partiti politici, in una dinamica democratica. Ma, per avere un peso nel negoziato, dovrebbero poter contare anche su una mobilitazione a livello popolare, cosa che non sembra tanto possibile per il momento, a causa del controllo da parte delle bande armate dei quartieri cittadini e delle principali vie di comunicazione. Gang che obbediscono ancora, almeno in parte, ad alcuni politici del campo opposto. Il peso che possono giocarsi oggi è di tipo morale, le associazioni hanno una certa rappresentatività, sono circa un migliaio, sono conosciute. Se riuscissero a 12 marzo 2022 MC Il presidente del Venezuela (1999-2013) Hugo Chávez voleva sviluppare accordi di cooperazione con i paesi limitrofi per aiutarne lo sviluppo. Da questa idea nacque l’accordo PetroCaribe, che permetteva ai paesi firmatari di beneficiare del petrolio venezuelano su una corsia preferenziale. L’accordo fu firmato nel 2005 da 12 paesi dei Caraibi. All’epoca Chávez non volle firmare con il presidente ad interim di Haiti Boniface Alexandre, in quanto non era stato democraticamente eletto (si trattava di un presidente di transizione, che aveva sostituito JeanBertrand Aristide fuggito in esilio nel 2004). Il giorno dopo l’insediamento di René Préval come presidente, nel maggio 2006, Chávez lo chiamò per proporgli l’accordo. L’ambasciatore Usa ad Haiti, però, fece pressioni affinché non accettasse, pur ammettendo in segreto (rivelano documenti Wikileaks) che l’operazione avrebbe portato un beneficio economico al paese. Dopo una serie di negoziazioni, l’accordo venne firmato nell’ottobre dello stesso anno, per diventare esecutivo a gennaio 2007. COSA PREVEDE L’accordo PetroCaribe prevede che il Venezuela fornisca petrolio ad Haiti a un costo pari al 30% di quello del mercato internazionale. Il restante 70% sarà restituito dallo stato haitiano dopo 25 anni, con un tasso di interesse dell’1%. Unico vincolo posto dal Venezuela: che i fondi derivanti dal 70% risparmiato sia impiegato dal governo in progetti di sviluppo, di infrastrutture e di investimento per il paese (strade, scuole, ospedali, ecc.). Il meccanismo prevede che lo stato acquisisca il petrolio e lo venda alle società private presenti sul territorio, che lo utilizzano per produrre elettricità. In questo modo verrebbero ricavati i fondi spendibili per le opere a favore degli Haitiani. Per rendere operativo l’accordo, il presidente Préval costituì il Bureau de monetisation de programmes d’aide au développement, Bmpad, (Ufficio di monetizzazione dei programmi di aiuto allo sviluppo) che sarebbe stato l’organo incaricato di gestire i fondi PetroCaribe. Nell’arco del 2007 i fondi accumulati (il 70%) risultarono essere 197,5 milioni di dollari. A inizio settembre 2008 l’isola fu colpita da quattro forti uragani, che causarono centinaia di morti e distruzione, in particolare nella città di Gonaives. Préval, insieme alla primo ministro Michèle Pierre-Louis, decise di impegnare i fondi PetroCaribe per la ricostruzione. CATTIVA GESTIONE? I governi che si sono succeduti e hanno impegnato i fondi accumulati da PetroCaribe sono stati i seguenti. René Préval con primo ministro Jean-Max Bellerive, tre decreti per un impegno totale di 450 milioni di dollari. Il presidente Michel Martelly, succesore di Préval (maggio 2011), con il primo ministro Gary Conille, firmò un decreto il 22 febbraio 2012 per lo sblocco di 220 milioni. Due giorni dopo il primo ministro si dimise. Sarebbe stato sostituito da Laurent Lamothe (imprenditore di una famiglia della ricca borghesia haitiana). Martelly e Lamothe spesero altri 900 milioni, oltre ai 220 precedenti. Il presidente Martelly, contestato dalla popolazione, cambiò primo ministro, nominando nel gennaio 2015 Evans Paul, uomo politico di lungo corso, già legato alla sinistra. Durante il periodo Martelly-Paul i fondi PetroCaribe impegnati furono 250 milioni di dollari. Infine, le elezioni per il successore di Martelly non andarono a buon fine, e venne nominato un presidente di transizione, Jocelerme Privert, che sarebbe stato in carica un anno (da febbraio 2016). Nomi e numeri/ Le tappe dello scandalo PetroCaribe Dove sono i soldi degli haitiani Da un’ottima idea di Hugo Chávez, quella di aiutare i paesi del Sud con le risorse del Sud, nasce una vicenda di corruzione di proporzioni gigantesche. Essa ci spiega, almeno in parte, perché al popolo di Haiti venga negata la dignità.

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