Missioni Consolata - Dicembre 2021

Bulgaria, oltre alla già citata Croazia. Meno male che da queste parti, nell’alta Val Susa, nota per la tenacia della sua gente, l’aiuto non manca: sono tanti i volontari che danno una mano, offrono un pasto o un alloggio, chiedono conto alle autorità (che, a volte, vedi il Comune di Oulx con l’attuale sindaco Andrea Terzolo, si dimostrano attente alle necessità dei profughi e collaborano con la società civile). L’antropologo Piero Gorza, ad esempio, in un momento di emergenza, ha ac- colto diversi migranti in casa propria. Il parroco don Luigi Chiampo e la fondazione che ha creato, Talità Kum, gestisce una casa rifugio modello a Oulx dove le persone sostano, si rifocillano e si preparano per il viaggio notturno sulle monta- gne. Proprio qui, nel Rifugio Massi, le persone che capiscono di trovarsi, forse per la prima volta dopo mesi, in un ambiente in cui si riceve ri- spetto e si può dare fiducia, si aprono e raccon- tano di sé. Esemplare la vicenda di Ahmad, 16enne afghano, da tre anni in viaggio, passato attraverso lo sfrut- tamento lavorativo in Turchia, l’approdo sulle isole greche e la rotta balcanica: il giorno dell’ar- rivo al rifugio è carico di vita, sente vicina la meta, dato che, una volta in Francia, vuole rag- giungere la Germania. Accade che la notte viene respinto, senza alcun foglio di via. La Croce Rossa italiana, meritevole nel suo servizio da queste parti anche attraverso il progetto Migralp, lo intercetta a lo riporta al ri- fugio la mattina dopo. Ahmad ha perso completamente la serenità, è arrabbiato perché molti compagni di strada ce l’hanno fatta, e lui no. Ci riprova la sera dopo, questa volta il tentativo va a buon fine. Chissà dove sarà ora. Di lui ci rimangono nella memoria parole d’oro: «Come il diamante di- venta forte grazie alla durezza, si può crescere solo grazie alle difficoltà. Ho viaggiato per tanti paesi, ho avuto un percorso difficile per poter ar- rivare fin qui, però non mi sono mai arreso. Vor- rei dire alla mia mamma che le voglio bene, mi manca tanto e andrò a trovarla». Daniele Biella sato di lì. Non gli viene chiesta l’età - perché al- trimenti dovrebbe essere preso in carico dalle istituzioni - e non gli viene consegnato nessun refus d’entree così che le associazioni francesi non abbiano prove per fare ricorso contro il re- spingimento. Ancora una volta, quindi, ci troviamo di fronte a giovani vite sospese nel mezzo della Fortezza Europa, la quale, seppure sia tutt’altro che ine- spugnabile (anche in queste montagne, dopo qualche tentativo, si passa, spesso anche perché a fronte di poliziotti transalpini più duri, se ne possono trovare in altre notti di più «solidali») erige muri anche fra gli stati fondatori del- l’Unione. E questo non accade solo alle frontiere orientali, dove la reticenza ad accogliere è mag- giore, come in Ungheria, Polonia e, appunto, dicembre 2021 43 Qui a sinistra: nei pressi del fiume Roja, a Ventimiglia, in attesa di tentare il passaggio di confine verso la Francia, i migranti si accampano all’aperto per l’assenza in città di un centro di accoglienza temporanea, a parte il punto della Caritas che però è solo diurno. Due operatori di Save the Children offrono supporto a eventuali famiglie e mi nori non accompagnati. Qui sopra e a destra: scorci del sentiero del Passo della Morte, posto sopra Ventimiglia, che conduce dalla fra zione di Grimaldi superiore a Mentone, in Francia. È molto pericoloso e sorvegliato dalla polizia francese. Sotto: migranti alla stazione di Ventimiglia in attesa dei treni per Mentone, dove cercano di salire di nascosto per passare la frontiera. La stazione è molto controllata dalle forze dell’ordine. Ragazzi dimenticati MC

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