Missioni Consolata - Dicembre 2021

A destra: arcipelago fluviale di Mariuá, Rio Negro, stato di Amazonas, Brasile, 2019. Sotto: Sebastião Salgado con la moglie Lélia Wanick Salgado. * 20 dicembre 2021 MC nia brasiliana che occupa parte del Nord Ovest del paese e rap- presenta un insostituibile patri- monio di tutta l’umanità. Hanno effettuato 48 spedizioni raggiun- gendo anche territori ove vivono popoli indigeni isolati. Salgado ha fotografato la selva, i fiumi, le montagne, per testimoniare l’in- credibile diversità naturale della immensa foresta pluviale amaz- zonica e le modalità di vita degli indigeni brasiliani. Si è fermato nei loro territori per settimane, documentando gli Yanomami, gli Asháninka, gli Yawanawá, i Su- ruwahá, gli Zo’é, i Kuikuro, i Waurá, i Kamayurá, i Marubo, gli Awá, i Macuxi e i Korubo. Ha vo- luto fotografare non le ferite, ma la bellezza di questi luoghi dimo- strando che, nelle aree dove vi- vono i popoli indigeni, la foresta non ha subito quasi nessun danno. La mostra è divisa in due parti: nella prima, le fotografie sono or- ganizzate per ambientazione paesaggistica con sezioni che vanno dalla foresta vista dal- l’alto, alle tempeste tropicali e alle isole nella corrente, il più grande arcipelago di acqua dolce al mondo, conosciuto come arcipelago di Anavilhanas, caratterizzato da isole dalle forme più disparate che emer- gono dalle acque del Rio Negro. Accanto a filmati e video, le im- * AMAZZONIA magini rivelano un labirinto di tortuosi affluenti che alimentano fiumi giganteschi, montagne che raggiungono 3mila metri come il monte sacro Roraima, cieli in- tensi e carichi di nuvole ove si creano veri e propri «fiumi vo- lanti». Questi ultimi rappresen- tano una delle caratteristiche più straordinarie e allo stesso tempo meno conosciute della foresta pluviale, ovvero la grande quan- tità di acqua che si innalza verso l’atmosfera. Di quella umidità ha bisogno l’intero pianeta. Nella seconda parte incontriamo fotografie dei popoli indigeni: gli intensi legami familiari, la caccia e la pesca, la preparazione e la condivisione dei pasti, l’impor- tanza dei capi spirituali, le danze, i rituali, il rapporto con la terra. I filmati permettono di ascoltarne le voci, di conoscere la filosofia e la ricchezza delle loro culture. La mostra si sviluppa in spazi che ri- cordano le « ocas », tipiche abita- zioni indigene, evocando gli in- sediamenti nel cuore della fore- sta. In questo viaggio si è ac- compagnati da una sinfonia creata appositamente dal com- positore francese Jean-Michel Jarre. E ancora, ritroviamo una sala con paesaggi boschivi, le cui immagini scorrono accompa- gnate dal suono del poema sinfonico «Erosão ou a origem do rio Amazonas» di Heitor Villa Lobos. In un’altra sala sono esposti ritratti di donne e uomini indigeni con una musica compo- sta da Rodolfo Stroeter del gruppo Pau Brasil. Etica ed estetica costituiscono la forza di immagini che invitano a riflettere su un mondo minac- ciato, sul problema ambientale che mai come oggi si è fatto ur- gente, sulla necessità di proteg- gere ciò che resta della foresta amazzonica e dei suoi popoli. Sebastião e Lélia Salgado spe- rano di stimolare il pensiero e l’a- zione a difesa di questo inesti- mabile patrimonio dell’umanità e dei suoi popoli. Vogliono sensi- bilizzare l’opinione pubblica nei confronti di una immensa terra ferita da deforestazioni abnormi, di uomini e donne che difen- dono le loro terre e resistono da 500 anni: sono loro i guardiani della foresta, i veri difensori dell’ecosistema amazzonico. Da essi abbiamo molto da imparare. È COMPITO DI OGNUNO Nella prefazione di Amazônia (Contrasto, ed. Kochen), la guida che accompagna la mostra, il fo- tografo scrive: «Sin dal momento della sua ideazione, con Amazô- nia volevo ricreare un ambiente in cui il visitatore si sentisse av- volto dalla foresta e potesse im- mergersi sia nella sua vegeta- zione rigogliosa, sia nella quoti- dianità delle popolazioni native. Grazie all’impenetrabilità della foresta, per interi secoli alcuni gruppi etnici sono riusciti a pre- servare il loro tradizionale stile di vita. Oggi, però, questi stessi gruppi e la foresta in cui vivono sono seriamente minacciati. Queste immagini vogliono es- sere la testimonianza di ciò che resta, prima che possa scompa- rire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori epi- sodi di distruzione e depreda- zione, spetta a ogni singolo es- sere umano del pianeta pren- dere parte alla sua tutela». Antonella Rita Roscilli © Sebastião Salgado / Contrasto - MAXX , Roma © nstituto erra - Minas Gerais

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