Missioni Consolata - Novembre 2021
67 novembre 2021 MC l’introduzione di tutti quei cam- biamenti utili ad arrestare il de- terioramento della situazione ambientale. La pretesa del piano, tuttavia, è di aver sa- puto affrontare i due aspetti non come esi- genze in contrapposizione fra loro, ma come due per- corsi complementari che si sostengono a vicenda. Sarà davvero così? Il sistema si illude di poter tenere insieme crescita e sostenibilità , ma può farlo perché dimentica l’equità. In realtà, quando pensa a un «mondo verde», tiene a mente solo il miliardo di persone che popola i paesi del Nord. Senza dichiararlo, la sua idea di soste- nibilità è quella dell’ apartheid , un mondo nel quale le poche ri- sorse e gli scarsi spazi ambien- tali esistenti sono messi al servi- zio esclusivo di una minoranza di cui i paesi del Nord sono la componente pigliatutto, mentre tutti gli altri non sono neppure presi in considerazione. Per questo possiamo fantasti- care di mobilità basata sull’ auto elettrica per chiunque, senza pensare che se il poco cobalto, nickel, litio, esistente sul pianeta ce lo prendiamo tutto noi, gli al- tri non potranno neanche di- sporre di un pannello solare per accendere il frigorifero. Pur- troppo, solo il tempo potrà sta- bilire se certe previsioni rien- trano nella categoria del cata- strofismo o del realismo. Ma al- lora sarà troppo tardi, esatta- mente come è successo per gli avvertimenti relativi ai cambia- menti climatici: gli scienziati più attenti hanno cominciato a se- gnalare il problema attorno agli anni Settanta del secolo scorso, ma i governi hanno riconosciuto l’esistenza del fenomeno solo attorno al 2010. Sia come sia, è comunque certo che la stesura del Next genera- tion Eu non è stato il massimo della partecipazione democra- tica. Nella fretta di passare alla fase esecutiva, la Commissione europea ha imposto tempi di presentazione del progetto Ripresa e resilienza, quale Italia ci aspetta? Al nostro paese stanno arrivando i soldi dell’Ue. La domanda è: come utilizzarli? Riprendere la strada della vecchia economia o cercare una vera svolta verso l’equità e la sostenibilità? di Francesco Gesualdi PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO MC R E la chiamano economia I n Italia, il piano messo a punto per poter ricevere e spendere i soldi resi disponi- bili dall’Unione europea, nell’ambito del progetto Next generation Eu , è stato battez- zato « Piano nazionale di ri- presa e resilienza », in sigla Pnrr. E, per dargli un tocco di patriot- tismo, è stato sottotitolato: «Ita- lia domani». Il documento non è di facile let- tura, non foss’altro per la sua lunghezza: ben 269 pagine. Del resto la posta in gioco è alta: dalle sue scelte dipenderà l’as- setto dell’economia e della so- cietà italiana dei prossimi de- cenni. Non a caso la stesura del piano è stata la pietra d’in- ciampo che ha fatto cadere il governo Conte 2. RIPRESA E RESILIENZA, CRESCITA E SOSTENIBILITÀ Troppi soldi in ballo che hanno inevitabilmente acceso appetiti e divergenze non solo finanzia- rie, ma anche ideologiche, per- ché quei soldi potrebbero es- sere utilizzati per rafforzare l’e- conomia produttivista, vecchia maniera, o per imprimere una svolta in una logica di equità e sostenibilità. Una contrapposizione riportata nel titolo stesso del piano tra- mite le due parole «ripresa e re- silienza». Dove per ripresa si in- tende il rilancio dell’economia intesa come crescita di produ- zione, Pil, vendite, affari, espor- tazioni; per resilienza si intende © MMedia - Pixabay
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