Missioni Consolata - Novembre 2021

Qui sopra: la chiesa parrocchiale di Nabasanuka dedicata alla Divina Pastora de Araguaimujo. A lato: catechesi inculturata. Padre Juan Carlos Greco parla di Gesù ai bambini servendosi del pupazzo di una scimmietta. ssier Diciotto anni dopo la Guajíra È il 20 febbraio 2006, quattro giorni dopo la festa del beato Giuseppe Allamano. I missionari e le missionarie della Consolata iniziano il loro lavoro apostolico a Nabasanuka, affidandosi al fonda- tore e alla Consolata, chiedendo di poter essere presenza di consolazione in mezzo ai Warao. Prende forma così un sogno coltivato a lungo dai missionari in Venezuela. Dopo aver lasciato la Guajíra nel 1998, essi non hanno mai rinunciato alla speranza di tornare a lavorare tra gli indigeni per esprimere pienamente e al meglio il loro ca- risma missionario. È stato proprio inseguendo questo sogno che, nel duemila, durante la V Conferenza della Dele- gazione, essi hanno deciso di iniziare una nuova presenza fra i popoli indigeni, possibilmente in collaborazione con le missionarie della Conso- lata. L’anno successivo, i Consigli generali dei due istituti hanno approvato la decisione che nel 2004 è poi sfociata nella scelta del vicariato di Tucupita, degli indigeni warao. Nel 2005 due équipe di padri e suore, hanno rag- giunto la missione di Nabasanuka in tempi di- versi e, durante varie settimane, hanno realizzato un primo approccio con l’ambiente e la popola- zione locale. L’obiettivo era di conoscere la realtà e di fare l’esperienza del vivere in équipe: era, in- fatti, la prima volta che padri e suore lavoravano insieme vivendo sotto lo stesso tetto. Missionari e missionarie insieme Il 20 febbraio 2006 i padri Josiah K’Okal e Vilson Jochem giungono a Nabasanuka e iniziano una presenza stabile. Tuttavia, come è stato pro- grammato, l’inizio ufficiale della loro missione insieme alle missionarie della Consolata nel vi- cariato di Tucupita avviene il 20 giugno 2006, I Warao Warao è un termine che significa «Gente di canoa» e indica un popolo indigeno che conta circa 50mila persone. I Warao costitui- scono il secondo gruppo etnico più nume- roso in Venezuela dopo i Wayú. Vivono su palafitte costruite ai margini dei fiumi, formando piccoli villaggi di famiglie unite fra loro da forti legami di collabora- zione e solidarietà. Il più anziano del gruppo, chiamato «aidamo», svolge la funzione di au- torità della comunità. I Warao si dedicano alla pesca e alla caccia di sussistenza. Dove è possibile, in piccole radure ( conuchi ) coltivano l’ocumo, una pianta erbacea che produce tubercoli com- mestibili che rappresentano il «pane» del Warao. Esercitano un artigianato vario e di grande qualità: amache, ceste, utensili, ecc. Giungendo a Nabasanuka come ospiti e pel- legrini, i missionari hanno potuto sperimen- tare la sorprendente ricchezza umana e sociale di questo popolo. Infatti, sono stati accolti non come stranieri, ma come «daje» (fratello maggiore) o «daka» (fratello mi- nore). La parrocchia di Nabasanuka, dedicata a Maria «Divina Pastora de Araguaimujo», sorge nel centro abitato principale nel quale vivono circa 800 persone. Il resto della popolazione è suddiviso in una sessantina di piccole comunità, alcune già evangelizzate, altre con una vita cristiana embrionale, altre che attendono ancora il primo annuncio del Vangelo. La prima sfida che i missionari hanno affron- tato con i Warao, è stata l’apprendimento della lingua indigena, allo scopo di intessere relazioni e di conoscere la cultura. Nello stesso tempo, hanno cominciato a visitare le comunità raggiungendole sulle curiaras via acqua. Uno dei problemi più grossi della zona sono proprio le comunicazioni e i trasporti: il posto più vicino nel quale rifornirsi di ben- zina è Tucupita, a sette ore di curiara . Per raggiungerlo con barche vecchie e malan- date, succede di rimanere in panne nelle acque dell’Orinoco. Da qualche anno è stata acquistata una nuova barca, regalata da amici e battezzata La Consolata. Ora i missionari girano per le terre dei Warao con più speditezza. S.F. 54 novembre 2021 MC

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