Missioni Consolata - Novembre 2021

Qui: in una foto dei primi anni ‘90, la missionaria irlandese Linda McFerran (al Bethany dal 1993 al 2018) si intrattiene con alcuni bambini. Sotto: un manifesto per la raccolta fondi del Bethany, con la direttrice Sharon Chieng e il presidente Elder Simon Hung. In basso a sinistra il nuovo logo. * * * 14 novembre 2021 MC disponibilità di fondi. Arrivò fino a un centinaio. Ma ovviamente erano altri tempi. FORMAZIONE E RECUPERO Un secondo aspetto delle attività del Bethany è il counseling per bambini e giovani. Gli esperti dello staff seguono bimbi e ra- gazzi esterni al centro, sia di per- sona che tramite piattaforme on- line. Inoltre, fondamentale per Sha- ron, c’è la formazione di inse- gnanti, soprattutto della scuola primaria, sulla pastorale dei bam- bini: «Occorre parlare loro di Gesù fin da piccoli, questo può influire molto sulla crescita». Il Bethany è anche un centro di formazione, con spazi per incon- tri in presenza, anche residen- ziali, ma oggi realizza una serie di corsi online. «Molti hanno chiuso le loro formazioni a causa della pandemia, ma c’è neces- sità di questo servizio. Noi ab- biamo aperto una classe con 300 partecipanti a distanza, ser- vendo diverse aree del paese e anche l’estero. Si tratta di una piattaforma per la formazione di insegnanti. È in cinese, ma che potremo farlo anche in inglese. Un’altra attività è la sensibilizza- zione di bambini, giovani e fami- glie marginali. Poi c’è il cosiddetto recupero di coppie in crisi: «Abbiamo inoltre spazi per accogliere coppie che vogliono fare un ritiro, nell’ottica di migliorare le relazioni fami- gliari. Lo scorso maggio era pre- visto un incontro per famiglie, ma a causa della pandemia, ab- biamo dovuto rinviarlo». Infine, c’è una parte di pastorale. «Vogliamo essere un centro mis- TAIWAN A nche la Consolata ha una giovane, ma solida, presenza a Taiwan. Il 12 settembre 2014 sbarcarono sull’isola i primi tre missionari, i padri Eugenio Boatella, Mathews Odhiambo Owuor e Piero de Maria. Si stabilirono a Hsin- chu, nell’omonima diocesi, a meno di un centinaio di chilometri a Sud Ovest della capitale Taipei. Qui iniziarono a studiare la lin- gua (che non è cosa da poco) e apprendere la cultura, mettendosi a disposizione del vescovo con il quale fu firmato un accordo. Nel 2017 arrivò il secondo gruppo, con i padri Jasper Kirimi e Gilberto Rodriguez da Silva. Allo stesso tempo, i missionari presero in consegna la prima parrocchia, il Sacro Cuore di Gesù a Hsinchu. Nel novembre del 2019 arrivarono i padri Bernardo Kim e Ema- nuel Barnabas Temu, e circa un anno dopo la Consolata prese in consegna la seconda parrocchia, San Giuseppe, sempre nella con- tea di Hsinchu. I due pilastri della presenza della Consolata in Taiwan, scrive padre Mathews Odhiambo, attuale superiore, sono: «Procla- mazione del Vangelo, preferibilmente a non cristiani. Questo giustifica la nostra presenza in Taiwan, dove i cristiani sono poco meno del 4% della popolazione. Questa missione è realizzata at- traverso vari metodi: animazione missionaria, dialogo interreli- gioso, lavoro in parrocchia, con i giovani, con i migranti, ecc». Il secondo pilastro è la promozione umana, «per tutte quelle si- tuazioni umane di dolore e sofferenza, come povertà, ingiustizie sociali, malattie, ecc. Per questo la congregazione è impegnata in tutte le attività e i progetti che possono migliorare lo standard di vita della gente e alleviare i loro dolori e sofferenze». Oggi, a sette anni dal loro arrivo, i missionari presenti sono cin- que (i padri Eugenio e Piero sono partiti per altre destinazioni) e aspettano rinforzi. Intanto i progetti di lavoro con le comunità in- digene (popoli originari dell’isola) e con i migranti (latini di lin- gua ispanica e anglofoni) sono nel cuore dei missionari. Torne- remo a parlare di loro. Marco Bello La Consolata a Taiwan © Af Bethany children’s home

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