Missioni Consolata - Novembre 2021

hanno mai avuto una famiglia o genitori che si occupano di loro. Più conosco questo modello, più mi sembra un sistema perfetto. Con esso ogni famiglia vive nella struttura, per cui ogni membro del nostro team può andare in loro appoggio rapidamente. Ab- biamo professionisti dei diversi settori per seguire i casi uno per uno, e in maniera costante e rav- vicinata». Alcuni bimbi hanno gravi disabi- lità: «Sono bambini abbandonati e abusati, fisicamente, emotiva- mente. Ci sono anche orfani, cosa molto triste, ma il peggio sono quelli abbandonati. E dob- biamo fare attenzione quando c’è combinazione multipla di di- sabilità. Visiva, motoria, di ap- prendimento. Altri sembrano stare bene, ma hanno subito dei traumi, quindi sono emozional- pensare “siete molto ricchi”, mentre invece era indebitato. E come si poteva fare raccolta fondi in quella situazione? Que- ste erano le sfide maggiori che mi hanno fatto esitare. Infine, penso che Dio mi abbia toccato: Lui sarebbe stato con me, mi avrebbe aiutato. Quindi, anche se sarebbe stata una grande sfida, una grande responsabilità, un grande cambiamento, dentro di me mi sentivo davvero in pace. Ho pensato di andare avanti, e siamo partiti per Taiwan». E continua: «Poi ho imparato di più su Bethany, ho letto sulla fondatrice, Gladys Aylward. Ho pensato di essere privilegiata di avere questo incarico, perché, posso immaginare, per lei la mis- sione fu molto difficile. Passò at- traverso esperienze molto dure, nella Cina continentale. Ma an- che a Taiwan, quando arrivò, era un momento storico complesso, c’era molta povertà, la gente non aveva risorse né servizi, c’erano molti orfani, e nessun fondo per aiutarli». FAMIGLIE IN ACCOGLIENZA La direttrice ci spiega quali sono le attività che attualmente si svolgono al Bethany. L’attività principale è l’assistenza famigliare dei bambini svantag- giati utilizzando un modello casa-famiglia residenziale. Que- sto avviene con coppie, che sono residenti nella struttura (il nuovo palazzo ha una serie di al- loggi, ndr ) e accolgono dai quat- tro ai sei bambini in difficoltà. Al- cune coppie hanno i propri figli, per cui ne prendono di meno in accudimento, altre no e quindi ne accolgono anche sei. Uno dei membri della coppia è salariato e fa parte dello staff di Bethany. «Nel modello di cura famigliare facciamo venire una coppia cri- stiana e le affidiamo alcuni bam- bini. Sono piccoli che magari non mente complessi. Il 75% dei no- stri bambini hanno bisogni spe- ciali, il che vuol dire anche pro- blemi mentali, emotivi, ecc. È una grande sfida». La struttura attualmente accoglie 25 bambini, ospitati da sei nuclei famigliari, ma la capienza mas- sima è di settanta minori. «Siamo pronti a ospitare più bambini, perché con la nuova struttura abbiamo gli spazi, ma dobbiamo comprare i mobili per sistemare gli alloggi». Inoltre ci sono problemi di costi, perché più famiglie vuol dire più staff da pagare, oltre al cibo e le normali spese di funzionamento. Viene da pensare a Gladys Aylward, quando negli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso, nel Nord della Cina, accoglieva bambini abbandonati, e faceva pratica- mente da mamma a tutti, senza A MC 13 novembre 2021 MC Bambini vulnerabili | Famiglie in crisi | Bibbia online | Taiwan Qui: il nuovo edifico del Bethany, con alloggi, sale formazione, sale riunioni, ecc. Gli uffici e le attività sono stati trasferiti nel luglio 2020. * © A Bethany children s home

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