Missioni Consolata - Novembre 2021
Pagina precedente: il teatro all’aperto del nuovo edificio del Bethany. Sullo sfondo la vecchia sede. Qui: membri dello staff del Bethany, a una festa con i bambini ospiti. Sotto: ritratto di Sharon Chiang, direttrice del Bethany children’s home da un anno. * * * Erano una grande sfida e un grande cambiamento, ma mi sentivo in pace. * 12 novembre 2021 MC non sapevo perché vi stavo an- dando. Ma sapevo che era quello che dovevo fare», scrisse in seguito Gladys Aylward. A Taipei (la capitale), dopo aver iniziato ad accogliere bambini orfani in un hotel che aveva preso in affitto nella zona di Bei- tou, Gladys Aylward venne aiu- tata dalla Ong statunitense World Vision ad acquisire un ter- reno nella zona di Muzha (1959). Lì iniziò la costruzione di un cen- tro per bambini, chiamato Bethany nursey school . Galdys morì il 3 gennaio 1970, ma i suoi collaboratori portarono avanti il progetto. Così, quello che dal 2010 venne rinominato Bethany children’s home (Bch), ha festeggiato i suoi primi 60 anni nel 2019 e continua a ope- rare. LA CHIAMATA Ma sono tempi di grandi novità per l’opera fondata da Gladys Aylward. Da qualche anno erano iniziati i lavori per un nuovo edifi- cio che corrisponde anche a una nuova «vision». Inoltre, nei primi mesi del 2020 da Taipei parte una telefonata, per l’altra parte del pianeta, che raggiunge Sha- ron Chiang a Seattle, negli Stati Uniti. «Attraversavo un periodo di riflessione. Avevo passato la cinquantina e da venti anni lavo- ravo nella pastorale delle famiglie e dei bambini, per la Evangelical chinese church di Seattle (Ecc). Non avrei avuto altri vent’anni per lo stesso servizio, e volevo fare chiarezza sulla mia personale missione, per non avere rimpianti alla fine della vita». Ci racconta Sharon Chiang. La incontriamo tramite una piattaforma online: un viso solare, nel quale anche gli occhi sembrano sorridere dietro gli spessi occhiali. «Avevo sempre cercato di met- tere insieme i concetti di benes- sere dei bambini e relazioni fami- gliari, molto legati tra loro, ma non sempre presi in considera- zione in modo olistico. Mi era chiaro che, per il resto della mia vita, le mie priorità erano tre: la formazione degli insegnanti dei bambini, le relazioni famigliari e il recupero delle coppie di genitori che entrano in conflitto. Perché i divorzi nel mondo sono sempre più frequenti, e i bambini sono le principali vittime delle separa- zioni». Sharon è originaria di Taiwan, e dopo la laurea in educazione in- fantile, nel 1991, ha avuto la pos- sibilità di trasferirsi a Seattle per continuare la sua formazione in «educazione e relazioni fami- gliari». Ha poi fatto un master su- gli stessi temi e ha iniziato a la- vorare per la Ecc. Infine, anni dopo, ha conseguito un dotto- rato sulle stesse tematiche: «Non avrei mai pensato di fare un dot- torato, pensavo fossero studi per gente intelligente. L’ho fatto per approfondire con una ricerca il mio lavoro sul campo», ci confida con modestia. Poi arriva la telefonata di un suo ex capo da Taipei: le chiede di prendere la direzione del Bethany children’s home , che sta passando un periodo compli- cato. Dopo trent’anni di vita a Seattle, un marito violinista nella filarmo- nica locale, la scelta non è facile: «Ho pensato alle mie capacità, le mie conoscenze, e valutato se sarei stata all’altezza. Non cono- scevo nulla sulla direzione di organizzazioni. Inoltre il Bethany (così chiama fami- gliarmente il centro, ndr ) aveva un nuovo palazzo, molto bello, che avrebbe potuto portare la gente a TAIWAN © A Bethany children s home " © A Bethany children s home
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