Missioni Consolata - Ottobre 2021

75 ottobre 2021 amico mc AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT mentale» della vicinanza di Dio a noi [...]. In questo tempo di pan- demia, davanti alla tentazione di mascherare e giustificare l’indif- ferenza e l’apatia in nome del sano distanziamento sociale, è urgente la missione della com- passione [...]. È la sua Parola che quotidianamente ci redime e ci salva dalle scuse che portano a chiuderci nel più vile degli scetti- cismi: «Tanto è lo stesso, nulla cambierà». E di fronte alla do- manda: «A che scopo mi devo privare delle mie sicurezze, co- modità e piaceri se non posso vedere nessun risultato impor- tante?», la risposta resta sempre la stessa: «Gesù Cristo ha trion- fato sul peccato e sulla morte ed è ricolmo di potenza. Gesù Cri- sto vive veramente» ( cfr . Eg, 275) e vuole anche noi vivi, fra- terni e capaci di ospitare e con- dividere questa speranza [...]. Come gli Apostoli e i primi cri- stiani, anche noi diciamo con tutte le nostre forze: «Non pos- siamo tacere quello che ab- biamo visto e ascoltato» (At 4,20) [...]. Come gli Apostoli che hanno visto, ascoltato e toccato la salvezza di Gesù ( cfr . 1 Gv 1,1- 4), così noi oggi possiamo toc- care la carne sofferente e glo- riosa di Cristo nella storia di ogni giorno e trovare il coraggio di condividere con tutti un destino di speranza [...]. Come cristiani non possiamo tenere il Signore per noi stessi [...]. UN INVITO A NOI Il tema della Giornata missiona- ria mondiale di quest’anno, «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20), è un invito a ciascuno di noi a «farci carico» e a far co- noscere ciò che portiamo nel cuore. Questa missione è ed è sempre stata l’identità della Chiesa: «Essa esiste per evan- gelizzare» ( Evangelii nuntiandi , 14). La nostra vita di fede si inde- bolisce, perde profezia e capa- cità di stupore e gratitudine nel- l’isolamento [...]; per sua stessa dinamica esige una crescente apertura capace di raggiungere e abbracciare tutti. [...]. Nella Giornata missionaria mon- mettersi “in stato di missione” è un riflesso della gratitudine» ( Messaggio alle Pontificie opere missionarie , 21 maggio 2020). Tuttavia, i tempi non erano facili; i primi cristiani incominciarono la loro vita di fede in un ambiente ostile e arduo. Storie di emargi- nazione e di prigionia si intrec- ciavano con resistenze interne ed esterne, che sembravano contraddire e perfino negare ciò che avevano visto e ascoltato; ma questo, anziché essere una difficoltà o un ostacolo che li avrebbe potuti portare a ripie- garsi o chiudersi in se stessi, li spinse a trasformare ogni [...] contrarietà [...] in opportunità per la missione [...]. Abbiamo la testimonianza viva di tutto questo negli Atti degli Apostoli, libro che [...] narra come il profumo del Vangelo si diffuse al suo passaggio susci- tando la gioia che solo lo Spirito ci può donare. Il libro degli Atti degli Apostoli ci insegna a vi- vere le prove stringendoci a Cri- sto, per maturare la «convin- zione che Dio può agire in qual- siasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti» [...] ( Evangelii gaudium , 279). Così anche noi: nemmeno l’at- tuale momento storico è facile. La situazione della pandemia ha evidenziato e amplificato il do- lore, la solitudine, la povertà e le ingiustizie di cui già tanti soffri- vano e ha smascherato le nostre false sicurezze e le frammenta- zioni e polarizzazioni che silen- ziosamente ci lacerano. [...]. Ab- biamo vissuto lo scoraggia- mento, il disincanto, la fatica; e perfino l’amarezza conformista, che toglie la speranza [...]. Noi, però, «non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore [...]» (2 Cor 4,5). Per questo sen- tiamo risuonare nelle nostre co- munità e nelle nostre famiglie la Parola di vita che [...] ci dice: «Non è qui, è risorto» (Lc 24,6); Parola di speranza che rompe ogni determinismo e, a coloro che si lasciano toccare, dona la libertà e l’audacia necessarie per alzarsi in piedi e cercare con creatività tutti i modi possibili di vivere la compassione, «sacra- diale [...], ricordiamo con gratitu- dine tutte le persone che, con la loro testimonianza di vita, ci aiu- tano a rinnovare il nostro impe- gno battesimale di essere apo- stoli generosi e gioiosi del Van- gelo. Ricordiamo specialmente quanti sono stati capaci di met- tersi in cammino, lasciare terra e famiglia affinché il Vangelo possa raggiungere senza indugi e senza paure gli angoli di po- poli e città dove tante vite si tro- vano assetate di benedizione. Contemplare la loro testimo- nianza missionaria ci sprona ad essere coraggiosi e a pregare con insistenza «il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe» (Lc 10,2) [...]. Oggi, Gesù ha bisogno di cuori che siano capaci di vivere la vo- cazione come una vera storia d’amore, che li faccia andare alle periferie del mondo e diven- tare messaggeri e strumenti di compassione. Ed è una chia- mata che Egli rivolge a tutti, sep- pure non nello stesso modo. Ri- cordiamo che ci sono periferie che si trovano vicino a noi, nel centro di una città, o nella pro- pria famiglia. C’è anche un aspetto dell’apertura universale dell’amore che non è geografico bensì esistenziale. Sempre, ma specialmente in questi tempi di pandemia, è importante aumen- tare la capacità quotidiana di al- largare la nostra cerchia, di arri- vare a quelli che spontanea- mente non sentiremmo parte del «mio mondo di interessi», benché siano vicino a noi (Ft, 97). Vivere la missione è avven- turarsi a coltivare gli stessi senti- menti di Cristo Gesù e credere con Lui che chi mi sta accanto è pure mio fratello e mia sorella [...]. Maria, la prima discepola missio- naria, faccia crescere in tutti i battezzati il desiderio di essere sale e luce nelle nostre terre ( cfr . Mt 5,13-14). Roma, San Giovanni in Late- rano, 6 gennaio 2021, Solennità dell’Epifania del Signore. Francesco

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