Missioni Consolata - Ottobre 2021

73 ottobre 2021 amico mc Anche Paolo VI è di questa opi- nione quando nella Marialis Cul- tus annota che le parole di Maria «che a prima vista sembrano porre rimedio all’imbarazzo nella festa di nozze, devono essere viste invece come l’eco delle pa- role usate dal popolo di Israele in approvazione dell’alleanza del Sinai». LE DOGLIE DELLA CROCE Nella teologia del quarto Van- gelo, anche l’ora di Maria deve arrivare, e sarà il momento nel quale Gesù manifesterà il grande amore del Padre: la croce. Maria è una delle donne che stanno sotto la croce in- sieme a sua sorella, a Maria ma- dre di Clèopa e a Maria di Màg- dala (Gv 19,25-26). La connessione di questo episo- dio con quello delle nozze di Cana è evidente. In ambedue gli episodi Maria è presente ed è menzionata come la madre di Gesù, e chiamata da Gesù stesso «donna». A Cana l’ora di Gesù non era an- cora venuta, mentre al Calvario si manifesta in tutta la sua com- pletezza quando Gesù è ormai pronto per ritornare al Padre (13,1). A Cana Maria fu esortata a tenersi a distanza dal ministero pubblico del figlio, al Calvario è completamente coinvolta nella dimensione della salvezza. A ben vedere, la scena del Cal- vario offre anche un parallelo con l’immagine della donna in procinto di dare al mondo un fi- glio, offerta da Gesù ai discepoli in 16,21. In quell’immagine Gesù usa i termini «donna» e «ora», e hanno in comune con 19,25 il tema della maternità. La donna per diventare madre deve pas- sare attraverso il travaglio, così sarà per Maria sotto la croce per diventare madre dei viventi. MADRE DELLA CHIESA Nel racconto della scena della croce si verifica una cosa a dir poco meravigliosa: un passag- gio di «proprietà», che si capisce se si analizza bene il testo di 19,25-27: «Stavano presso la croce di Gesù la madre di lui, la sorella di sua madre, Maria ma- si sta esaurendo. Il mondo intero ha bisogno di un vino nuovo, di un amore rinnovato. Va anche rilevato che le parole di Maria: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela», riecheggiano quelle che Israele proclama solennemente al momento della ratificazione dell’alleanza al Sinai: «Qualsiasi cosa Yahweh ci dice, noi la fa- remo» (Es 19,8; 24,3.7). Non vi è dubbio che ci sia un certo parallelismo tra la scena del Sinai e quella di Cana. Al Si- nai, Mosè si trova tra Yahweh e Israele, a Cana, Maria si trova tra Gesù e i servitori. Al Sinai, Israele si dice pronto a obbedire a quanto Dio comunica loro per mezzo di Mosè, a Cana, Maria esorta i servitori a fare quanto Gesù ordina loro di fare. In forza di questo parallelismo, si potrebbe concludere che l’evan- gelista alluda a una indiretta identificazione tra il popolo di Israele e la madre di Gesù. Maria rappresenterebbe il nuovo Israele e preparerebbe i servi- tori, intesi come coloro che cre- deranno in Gesù, a compiere quanto egli insegnerà. AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT dre di Clèopa e Maria di Màg- dala. Gesù allora, vedendo la madre e il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre”. E da quell’ora il disce- polo la prese con sé». Come si vede, il termine «ma- dre» è usato quattro volte se si considera il pronome «la». In questo caso è interessante no- tare come Maria, dall’essere la madre di «lui», diventa la madre «tua», cioè del discepolo. Si veri- fica con evidenza un passaggio di appartenenza. D’ora in poi Maria appartiene al discepolo e quindi diventa la madre della Chiesa, in quanto quel discepolo sotto la croce è un personaggio rappresentativo di tutti coloro che nel corso dei secoli crede- ranno in Gesù. Se questa analisi è solida, come a noi sembra, dobbiamo affer- mare che l’ultimo versetto non esprime solamente una pietà fi- liale da parte del discepolo amato da Gesù, ma rappresenta il fondamento della dottrina della maternità universale di Ma- ria. Sotto la croce, Maria è insi- gnita dal figlio della dignità di madre di tutti i credenti. Ancora un’annotazione riguar- dante il termine «donna» usato per Maria sia a Cana che al Cal- vario. Il più adeguato riferimento si può trovare in Gen 3,20: «L’uomo chiamò la sua donna, Eva, perché lei era la madre di tutti i viventi». Chiamando sua madre «donna», Gesù la insigni- sce della funzione di una nuova Eva e la costituisce madre di un nuovo popolo nell’era messia- nica. Come una nuova Eva ai piedi della croce, Maria è l’immagine della Chiesa che genera nuovi figli disposti a credere in Gesù e a seguirlo. Allo stesso modo il discepolo prediletto rappre- senta simbolicamente tutti co- loro che, nel fluire del tempo, di- ventano discepoli del Maestro. L’ultima azione che Gesù com- pie dalla croce è costituire il nuovo popolo di Dio e affidare loro Maria come madre. Antonio Magnante Nozze di Cana - oto di Dimitris Vetsikas da Pixabay

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