Missioni Consolata - Ottobre 2021

IL VERTICE ONU SUI SISTEMI ALIMENTARI Proprio del cruciale tema del cibo si è occupato il vertice Onu sui sistemi alimentari che si è svolto a New York il 23 settem- bre scorso. Il suo obiettivo, si legge sul sito istituzionale, era di suscitare la consapevolezza che occorre «lavorare insieme per trasformare il modo in cui il mondo produce, consuma e con- cepisce il cibo» @ . Per sistemi alimentari si intende tutta la «costellazione di attività coinvolte nella produzione, lavo- razione, trasporto e consumo di alimenti». Uno dei principali pro- blemi che il vertice intendeva af- frontare era quello dei sistemi ali- mentari fragili e a rischio di col- lasso, «come milioni di persone in tutto il mondo hanno speri- mentato in prima persona du- rante la crisi del Covid-19». L’obiettivo era quello di indivi- duare soluzioni e stabilire principi di riferimento che possano gui- dare il cambiamento di questi si- stemi nella direzione di una mag- gior sostenibilità e garantire a tutti l’accesso al cibo. Alla chiusura di questo articolo (fine agosto 2021, nda ) non è possibile dare conto dei risultati del vertice; certa- mente però le critiche che hanno preceduto il suo svolgimento sono state numerose e aspre. IL PREVERTICE DI LUGLIO E LE CRITICHE Queste critiche sono emerse già in occasione del prevertice che si è svolto alla Fao nel luglio scorso, attraverso prese di posi- zione come quelle della piat- taforma Csm ( Civil society and in- digenous peoples’ mechanism ) @ che riunisce organizzazioni della società civile attive nella lotta al- l’insicurezza alimentare e alla malnutrizione: nonostante affermi di essere un «vertice del popolo» e un «vertice delle soluzioni», è l’accusa del Csm, questo summit favorisce piuttosto una maggiore concentrazione nelle mani delle multinazionali, promuove catene del valore globalizzate insosteni- bili e rafforza l’influenza dell’a- groindustria sulle istituzioni pub- bliche. E lo fa proponendo «false soluzioni, come i modelli falliti degli schemi volontari per la so- stenibilità aziendale, soluzioni “naturali” che includono tecnolo- gie rischiose come gli organismi geneticamente modificati e la biotecnologia e l’intensificazione sostenibile dell’agricoltura». Que- ste soluzioni, continua il Csm, non sono né sostenibili, né ab- bordabili per i produttori alimen- tari su piccola scala e non affron- tano le ingiustizie strutturali come l’accaparramento di terre e risorse, l’abuso di potere da parte delle grandi aziende e la di- suguaglianza economica. Anche il Vaticano ha preso posi- zione nel dibattito. Nel suo inter- vento al prevertice, il cardinale Peter Kodwo Turkson, prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, ha ri- cordato che per individuare solu- zioni davvero sostenibili è oppor- tuno guardare ai popoli indigeni e alla loro capacità di adattare i me- todi di coltivazione alle condizioni che via via si presentano, mentre occorre porre un freno all’oppo- sto tentativo di spazzare via que- ste conoscenze: «L’utilizzo delle tecniche tradizionali si è dimo- strato fondamentale per la vitalità e la resilienza delle colture e delle specie alimentari indigene, mentre l’introduzione di specie straniere, accompagnate da ferti- lizzanti, pesticidi, erbicidi, “com- promette gravemente questa vi- talità, e l’agricoltura tradizionale locale in Africa lo dimostra”» @ . Chiara Giovetti cooperando 64 ottobre 2021 MC Qui : Angola, Moxioco, una volta c’era un ponte. Sotto: Argentina, una volta le ac que erano abbondanti in questo laghetto. * © AfMC / Mark Simbayei © AfMC / José Auletta

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