Missioni Consolata - Ottobre 2021

migliorare la sicurezza alimentare globale. Tra queste, l’impatto ne- gativo dei cambiamenti climatici sarà al centro della Cop26 che l’I- talia presiede con il Regno Unito. [...] Alla Cop26, a Glasgow, vo- gliamo raggiungere un accordo ambizioso sul clima» @ . PREMESSE: IL FALLIMENTO DELLA COP25 L’ultima Conferenza sul clima, svolta a Madrid nel 2019, era stata un insuccesso. Marlowe Hood, corrispondente dell’agen- zia Afp, ha individuato cinque possibili motivi del fallimento @ : il primo era, a suo dire, la gestione amatoriale dei negoziati, dovuta alla non impeccabile leadership del paese organizzatore, il Cile, che non avrebbe svolto in modo efficace il ruolo di mediatore che è fondamentale in incontri diplo- matici di questo tipo. Il secondo motivo era la pre- senza ingombrante di lobbisti delle aziende che producono combustibili fossili (la volpe nel pollaio, rimarcava Marlowe), con le conseguenti interferenze in negoziazioni il cui scopo è in larga parte quello di ridurre la di- pendenza del pianeta proprio da quei prodotti. Vi era stato poi il «corrosivo effetto-Trump», cioè il disimpegno - per non dire il boi- cottaggio - sulle questioni climati- che manifestato dagli Usa nel quadriennio della presidenza di Donald Trump. Infine, l’atteggia- mento tiepido della Cina che, con il 29% di emissioni di CO 2 , «ha in mano il destino del pianeta»: alla Cop25 Pechino «ha puntato i piedi e, sostenuta dall’India, ha invocato il principio secondo cui i paesi ricchi devono assumere un ruolo guida nell’affrontare il cam- biamento climatico, denunciando il loro fallimento nel mantenere le promesse fatte», vincolando poi al rispetto di queste ultime la pro- pria disponibilità a prendere im- pegni. Secondo diversi esperti, infatti, la Cina adotterà delle mi- sure significative solo se l’Unione europea confermerà il suo obiet- tivo di impatto zero entro metà secolo e si impegnerà a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Infine, concludeva Hood, il falli- mento della Cop25 è stato pro- babilmente il sintomo di una più ampia crisi della cooperazione e del multilateralismo legata all’a- scesa di nazionalismi e populismi e alla tendenza dei governi a contrarre la spesa pubblica. CHE COSA DOVRÀ DECIDERE LA COP26 La conferenza di Glasgow dovrà, dunque, riprendere le fila di un dialogo interrotto nel 2019 e pun- tare a decisioni più ambiziose possibile. A cominciare dall’impe- gno per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto il grado e mezzo, che a sua volta ri- chiede il raggiungimento dell’o- biettivo di azzerare le emissioni entro il 2050 e maggior decisione e incisività nel promuovere le al- ternative ai combustibili fossili. Se il rientro degli Usa nell’ac- cordo di Parigi sul clima, deciso cooperando 62 ottobre 2021 MC Da sinistra : disinfezione delle mani prima della messa a Tura mission, Singida, Tanzania. La co munità di Tierra Colorada a Gua dalajara (Messico) la domenica delle Palme 2021, Una scuola per i bambini pigmei, ancora tutta da fi nire a Bayenga, Congo RD. * © AfMC / Ramon Lazaro © AfMC / Remo Villa

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=