Missioni Consolata - Ottobre 2021

Dopo tre giorni comparve un uf- ficiale dell’esercito nazionalista che pattugliava il fiume. Veden- doli in quello stato, e stupito di quella strana compagine, si ado- però per fare venire delle barche dall’altra riva e i 100 bambini con Gladys poterono proseguire. Ci vollero ancora giorni, a piedi e poi su un treno merci, ma Ài W ĕ i Dé riuscì a portare tutti i suoi bambini al sicuro, nei pressi della città di Xian (Shaanxi), dove erano stati allestiti dei campi pro- fughi per la gente che fuggiva da Est. Avevano percorso oltre 400 km attraversando le montagne. Gladys Aylward era però in pes- sime condizioni di salute. Perse conoscenza, fu curata e accudita alla missione di Xingping e all’o- spedale della missione battista di Xian. Senza le cure sarebbe morta. Ci vollero mesi, ma si ri- prese. In seguito lavorò nelle città Lanzhou (Gansu) e Chengdu (nello Sichuan, più a Sud ). CINA ADDIO Gladys Aylward tornò in In- ghilterra nel 1949 grazie al- l’interessamento di un’asso- ciazione statunitense, che le pagò il biglietto. Lasciò la Cina a malincuore, dopo tanti ripensamenti. Perché tutto ciò che amava era lì. Aveva bisogno di cure, inoltre con la vittoria dei comunisti iniziarono le per- secuzioni delle religioni. Lei non voleva causare problemi a chi stava aiu- tando. «Ci incontrammo, io e la famiglia (i ragazzi e bam- bini, ndr ), per l’ultima volta in un campo fuori dalla città di Chengdu. Avevo deciso che era tempo di partire. Mettevo in peri- colo chi stava con me perché, sebbene avessi un passaporto cinese, e fossi cinese nei miei pensieri, nel mio amore, nella mia lingua, nei vestiti e in tutto tranne che nel viso, avevo ancora la faccia di una straniera». In Inghilterra si adoperò per i mi- granti cinesi, e per promuovere la missione. Voleva tornare in Cina, ma le autorità le rifiutarono l’autorizzazione. Ài W ĕ i Dé andò ad Hong Kong nel 1958, ancora sotto controllo britannico. La città era invasa di profughi arrivati dalla Cina popo- lare. Qui si prese cura di loro e contribuì a fondare la Hope Mis- sion che li accoglieva. Si trasferì quindi a Taiwan, dove, sull’isola di Formosa, i nazionali- sti cinesi, guidati da Chang Kai- Shek, avevano fondato la Re- pubblica cinese. Affittò un hotel chiuso a Beitou, appena fuori Taipei, la capitale, e vi fondò un orfanotrofio, il Gladys Aylward orphanage . Nei primi anni ‘60 arrivò dall’Inghilterra una giovane ad aiutarla, Kathleen Longton: finalmente Gladys ebbe la sua compagna di missione. Nel 1959 acquistò un terreno a Muzha grazie all’aiuto della Ong statunitense World Vision e vi costruì un orfanotrofio che nel 1963 chiamò Bethany nursey school . UN’OPERA CHE CONTINUA Il 3 gennaio 1970 Gladys Ài W ĕ i Dé morì per le complicazioni di una semplice influenza, poche settimane prima di compiere 68 anni. Il suo fisico ormai cronica- mente debilitato non andò oltre. Ma la sua opera continua, e si espande. Un gruppo di suoi col- laboratori presero in mano la struttura nel 1971. Una missionaria inglese Linda McFerren vi ha poi lavorato 26 anni con i colleghi cinesi (1992- 2018). Nel 2010 la struttura ha cambiato statuto per adattarsi alla mutazione della società, e il nome è diventato Bethany chil- dren’s home . Un moderno cen- tro per accoglienza di bambini e adolescenti (0-18 anni) in diffi- coltà. Il centro sperimenta un metodo innovativo di assistenza famigliare degli orfani. Oltre a continuare con i progetti di rein- serimento, realizza servizi di so- stegno per bambini svantaggiati e appoggio diretto alle famiglie problematiche. Marco Bello (fine prima puntata) * CINA 56 ottobre 2021 MC Qui: la locandina del film The inn of the sixth happines (1958), che racconta, prendendosi molte libertà (a cominciare dal titolo), la vita di Gladys Aylward. Pare che Ingrid Bergman si sia convertita, proprio grazie al ruolo della mis- sionaria interpretato nel film. * Nota Abbiamo consultato diverse pubblicazioni e ascoltato regi- strazioni dei discorsi di Gladys. I testi riportati in virgolettato sono citazioni fedeli. Grazie a padre Mathews Odhiambo, missionario della Consolata a Taiwan, ci è stato possibile risa- lire al Bethany children’s home di Taipei. Nella prossima puntata, saremo a colloquio con l’attuale direttrice del centro, Sharon Chiang. Per approfondire • Alan Burgess, La locanda della sesta felicità , Mondadori, 1958. • G. Aylward, C. Hunter, The little woman , Moody Pub, 1970. • G. Aylward, The Challenge, reperibile sul web (Yumpu.com). • Carol Purges, The small wo- man with a great God, docu- mentario , 2008 .

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