Missioni Consolata - Ottobre 2021

ssier Quest’anno la richiesta del Centro è stata di for- nire loro articoli da toeletta e materassi. Vicinanza social, ma non solo social Come in altre nazioni, il Covid, oltre a creare dei nuovi problemi, ha portato allo scoperto quelli che già esistevamo ma stavano nascosti, come la mancanza di cibo e di acqua. Ne ha anche ac- centuati diversi, come la difficoltà delle famiglie di pagare la scuola: quando i giovani hanno po- tuto tornarci, tanti ci hanno chiesto una mano. La Chiesa cattolica qui è conosciuta come una chiesa al servizio di tutti, e il vescovo, in qualche modo, padre di tutti. Chiunque ne ha bisogno viene a trovarmi e, anche se non possiamo aiu- tare ogni volta, apprezzano di essere ascoltati. Da sempre la diocesi ha saputo rispondere alle sfide sociali. Il Covid però ha portato nuove sfide come quella di accompagnare la fede dei cattolici che non potevano più andare in chiesa. La messa qui non è un’abitudine. Celebrare insieme è un elemento forte della nostra spiritualità. Abbiamo allora preparato dei file audio da in- viare via WhatsApp: preghiere e riflessioni sulle letture proposte dai preti della diocesi. Abbiamo anche offerto la messa della domenica su You- Tube e, nella settimana santa, «le sette parole». Con la pagina Facebook della diocesi sappiamo di aver raggiunto tanti. Le sfide non finiscono Al momento di scrivere questo articolo Eswatini si trova ad affrontare la terza ondata del Covid * , e soltanto il 10% della popolazione ha ricevuto le due dosi del vaccino. I numeri di coloro che pos- sono entrare in chiesa è limitato. Chi vuole pre- pararsi per i sacramenti (battesimo degli adulti, comunione, cresima) non può farlo. Per di più viviamo un tempo di violenza. Sembra che la calma sia tornata, ma è dovuta soltanto alla presenza dei soldati per le strade. Un’altra sfida che rimane è quella della vicinanza a coloro che sono stati colpiti dal Covid. C’è biso- gno di aiuto a livello spirituale e psicologico. Chi è stato contagiato e ha sentito la morte alle porte, chi ha visto i famigliari soffrire o morire a casa (una donna ne ha persi sette in due mesi), è rimasto con delle ferite non guarite. Le chiese sono sempre il punto di riferimento più importante nei momenti difficili, e, allo stesso tempo, sono le prime a dover chiudere le porte… Abbiamo bisogno, come diocesi, di ritrovarci (preti, religiose e laici) per riflettere su come es- sere chiesa in questo momento. La terza ondata probabilmente non sarà l’ultima e rischiamo di mancare di creatività, quella che ci porta lo Spi- rito, per continuare a testimoniare il Risorto. José Luís Gerardo Ponce de León * Al 7 settembre, dall’inizio della pandemia i casi regi- strati in Eswatini, su una popolazione di 1,5 milioni, erano 44mila, 302 ogni 10mila (in Italia 755). I morti 1.158, uno ogni 1.267 abitanti (in Italia uno ogni 470). Salute. Abbiamo fornito l’ospedale, i centri di sa- lute e l’ospizio dei dispositivi di protezione indi- viduale. La Conferenza episcopale italiana ci ha aiutati. Cibo. La mancanza lavoro e la riduzione degli sti- pendi hanno inciso sulle famiglie. Le scuole, poi, nel nostro paese, sono una delle principali fonti di nutrimento per i bambini. Con le scuole chiuse, non ne potevano più beneficiare. Per questo, attraverso le nostre parrocchie, stiamo fornendo pacchi alimentari ai poveri della zona. Acqua. Il messaggio «Lavati le mani» è stato uno dei primi che tutti abbiamo ricevuto e predicato. La domanda qui era: «Come fai quando l’acqua non c’è?». Abbiamo quindi offerto ad alcune fa- miglie una cisterna e delle grondaie per racco- gliere l’acqua piovana. Avere un serbatoio consente anche di acquistare acqua da conser- vare per i tempi meno piovosi. Informazione. Come in altri paesi, il governo ha utilizzato radio e Tv per informare sul virus. Con nostra sorpresa, abbiamo scoperto che c’erano famiglie nelle zone rurali che non avevano nem- meno una radio. Pertanto è stato fatto un elenco di 500 famiglie cui fornirle. Le radio hanno aiu- tato anche i bambini che hanno potuto ascoltare i programmi radiofonici di insegnamento. Case con due stanze. Questo programma è ini- ziato in diocesi molti anni fa grazie al supporto di Home Plan (Olanda). Il Covid-19 lo ha reso più urgente. Il distanziamento è essenziale nella lotta al virus, ma per alcune famiglie che vivono affollate in case di una sola stanza è un lusso. Rifugiati. Ogni anno visitiamo il Centro per i rifu- giati sostenendo le famiglie con pacchi alimen- tari. La metà dei rifugiati sono bambini. 46 ottobre 2021 © A MC - Archivio otogra ico MC

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