Missioni Consolata - Ottobre 2021

ssier che ne traiamo è quello di valorizzare la vita al di là di ogni altra realtà e di lottare per essa, indivi- dualmente e collettivamente. L’incertezza è ciò che caratterizza il futuro del nostro territorio. Il destino della guerra e del traf- fico di droga è incerto; incerta la situazione di abbandono da parte dello stato, e la condizione dei servizi educativi e sanitari. Sì, tutto è incerto, e qualsiasi previsione sarà sempre inscritta nel- l’orizzonte delle probabilità, delle utopie che a volte si trasformano in chimere. Tuttavia noi, come Chiesa, crediamo che la situazione che stiamo vivendo sia uno spazio propizio per svi- luppare una spiritualità che ci permetta di af- frontare le difficoltà, per rafforzare le spiritualità dei popoli e, al loro interno, proporre la spiritua- lità della cura, della riconciliazione, della comu- nione e dell’accompagnamento. Qui è urgente sognare, progettare e realizzare propositi evangelici che formino e alimentino la vita dei credenti come popolo e come discepoli. Essere famiglia umana La coscienza di essere un’unica famiglia umana si rafforza nella fraternità e nell’amicizia sociale. Nel nostro Vicariato sarà urgente la formazione della coscienza comunitaria, e il rispetto della vita in tutte le sue manifestazioni. Qui siamo sollecitati a capire che siamo tutti sulla stessa barca e che i problemi di alcuni ri- guardano tutti, come ha sottolineato papa Fran- cesco. È necessario dare corpo all’utopia della fratellanza, quella tra gli uomini e quella tra l’uomo e la natura. A tal fine, cercheremo di fare delle nostre comunità spazi di vita e di comu- nione, spazi di trasmissione e coltivazione dei valori di un’umanità solidale. I motivi per credere sono tanti, tanto da fare della resistenza la nostra forza e da trasformare la paura in speranza. Joaquín Humberto Pinzón Güiza * Al 7 settembre, dall’inizio della pandemia i casi posi- tivi registrati in Colombia, su una popolazione di 48,6 milioni di persone, sono stati 4,9 milioni, 1.011 ogni 10mila (in Italia 755). I morti 125.331, uno ogni 387 abi- tanti (in Italia uno ogni 470). Abbiamo vissuto un periodo di armonia nel terri- torio e abbiamo potuto sperimentare una certa tranquillità. Ma è stato qualcosa di effimero, come ci ha detto un contadino: «Tanta felicità non può essere così duratura». Ebbene, purtroppo, il processo di pace non ha previsto come fare per mantenere il controllo e garantire l’ordine nei territori precedentemente in mano alle Farc. Le istituzioni non sono state in grado di arrivare in quei territori. E i territori stra- tegici per la loro collocazione geografica, come il nostro, sono diventati oggetto di contesa da parte di diversi attori, come i dissidenti delle Farc e i gruppi legati al narcotraffico (senza specifica identificazione), tutti motivati dal profitto che le economie illegali portano, e tutti generatori di paura, ansia, caos e morte. La nostra gente vive consapevole che non c’è al- ternativa al resistere, e al resistere con saggezza e prudenza, come sa fare da decenni. È la stessa strategia che mette in atto per affrontare il Covid. Fare del Covid un’opportunità per la vita Le devastazioni della pandemia da Covid-19 e le altre pandemie che abbiamo descritto, fanno percepire alle persone la fragilità della vita, no- nostante sia un dono così prezioso. La malattia, così come la violenza, non hanno remore a col- pirci con forza. Ciò che risalta di più in questa lotta è la resilienza delle persone che guardano al futuro con speranza. Scendendo dal fiume Caquetá sul deslizador , mezzo di trasporto fluviale di questi territori, ho assistito a una conversazione tra alcune persone. Mi ha colpito la frase di una donna: «A che ci è servito tutto questo, se non impariamo niente? Continuiamo come prima». La verità è che, per molti, tutto quello che hanno vissuto in questo tempo di pandemia, è stato solo una parentesi da chiudere al più presto per tornare alla «vita normale». Ma c’è anche chi crede che questa esperienza ci abbia aiutato in qualcosa, soprattutto a pensare e ripensare il no- stro stile di vita politico, economico e sociale. La pandemia ha messo in luce lo splendore e la fragilità della vita, e la precarietà dei nostri ser- vizi educativi e sanitari. Ecco perché l’imperativo 42 ottobre 2021 © A MC - Archivio otogra ico MC

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