Missioni Consolata - Ottobre 2021
A sinistra: i paesi dei quali si parla in questo dossier e le provenienze dei vescovi missionari della Consolata. Qui: la cappella gher di Arvahieer, in Mongolia. MONGOLIA: MONSIGNOR GIORGIO MARENGO Confinati nelle steppe È diventato vescovo della giovanissima chiesa mongola nel mezzo della pandemia. Con tutti i luoghi di culto chiusi, dopo più di un anno, monsignor Marengo non ha ancora potuto celebrare l’eucaristia con il suo popolo. Ma la vicinanza ai mongoli, sia cristiani che non, è sempre viva. di LUCA LORUSSO © A MC - Archivio otogra ico MC ottobre 2021 37 L a nomina a vescovo di Ulaan Baatar è arrivata a padre Giorgio Marengo il 2 aprile 2020, mentre era parroco della missione di Arvahieer, un piccolo centro rurale della Mongolia. In quei giorni, le immagini della fila di camion militari che trasportavano le bare delle vittime bergamasche del Covid-19, facevano il giro del mondo. Il 27 marzo in Italia si era registrato il nu- mero più alto di morti nella prima ondata, 919 in 24 ore, superato solo dai 993 del 3 dicembre suc- cessivo. La Mongolia sperimentava le chiusure anti-Covid già da febbraio, benché mancassero molti mesi al 29 dicembre, quando si sarebbe re- gistrato il primo morto per Covid anche lì. A causa delle chiusure, monsignor Giorgio non ha potuto essere ordinato vescovo in Mongolia e ha dovuto aspettare quattro mesi dopo la no- mina. L’ordinazione è avvenuta l’8 agosto 2020 nella sua Torino, al santuario della Consolata. È successore di mons. Wenceslao Selga Padilla, vescovo filippino della congregazione del Cuore immacolato di Maria, morto nel 2018, che, as- sieme ad alcuni confratelli, aveva rifondato la chiesa in Mongolia dal 1992, dopo 70 anni di co- munismo. La Prefettura apostolica comprende l’intero territorio della Mongolia, 1,566 milioni di Km2 (quasi cinque volte l’Italia) nei quali vivono tre milioni di abitanti, e 1.300 cattolici. I sacerdoti sono 24, tutti, tranne uno che è locale, sono mis- sionari stranieri. C’è un diacono che aspetta da due anni, a causa del Covid, di diventare prete, e 35 suore, anch’esse straniere. A oggi, mons. Marengo non ha potuto ancora ce- lebrare l’eucaristia con il suo popolo. Covid e vescovi IMC MC
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=