Missioni Consolata - Ottobre 2021
mati che colpiva sia il diparti- mento di Antioquia che il diparti- mento del Chocó. Come spiega Ricardo Aricapa, in un magistrale resoconto degli anni più duri della Comuna 13 e della guerra urbana che la carat- terizzò ( Comuna 13. Cronica de una guerra urbana: de Orión a la Escombrera , 2015), gli inizi non furono per niente facili: man- cava acqua, corrente elettrica, latrine, polizia. Vigeva la legge del più forte, del più scaltro, del più crudele: omicidi, stupri, furti, risse e ogni tipo di lite e discus- sione. A poco a poco i servizi mi- gliorarono, perché il municipio capì che non poteva più sgom- brare centinaia di famiglie (an- che perché non avrebbe saputo dove ricollocarle) e così l’inse- diamento divenne permanente. LE MILIZIE URBANE E PABLO Fu così come un nuovo organo pulsante delle città prese vita, un laboratorio umano dove ben pre- sto si insediò il primo grande esperimento di milizie urbane in Colombia. All’inizio questi gruppi nascevano spontaneamente ed erano formati in gran parte da giovani: lo scopo era quello di controllare e garantire la sicu- rezza di poche strade, quelle dove abitavano o dove vivevano i loro amici e parenti. In quegli anni gli abusi e i soprusi tra gli stessi vicini dei quartieri che conformavano la Comuna 13 (quartieri che crescevano co- stantemente), erano molti, troppi. In poco tempo, però, la dinamica della violenza di quel periodo (annoverato tra i più cruenti in Colombia) obbligò queste «auto- difese comunitarie» (chiamate anche Mp, Milicias populares ) a estendere il loro raggio d’azione a interi quartieri e, alle volte, a spingersi anche fuori dalla Co- muna 13. Un fenomeno che attirò l’atten- zione dell’Eln (Esercito di libera- zione nazionale) che pensò di poter controllare questi gruppi estendendo e rafforzando la sua presenza a Medellín, punto stra- tegico nella Valle di Aburrà e di tutto il dipartimento di Antioquia. All’Eln seguirono le Farc ( Fuer- zas armadas revolucionarias de Colombia ) che videro la possibi- lità di reclutare i membri delle Medellín, insomma, è un crogiolo di contraddizioni, di universi che convivono, spesso senza toc- carsi. I 140MILA DELLA «COMUNA 13» Uno degli spazi più emblematici della capitale del dipartimento di Antioquia è senz’altro la Comuna 13, una delle 16 comunas (divi- sioni territoriali amministrative) che compongono la città. Verso Nord e più a occidente del Barrio Laureles - dove sorge lo stadio di calcio Atanasio Girardot che tante volte ha visto le pro- dezze dell’ Atletico Nacional de Medellín e dell’ Independiente de Medellín - , si trova la fermata della metro San Javier da dove si accede (oggi comodamente) alla porta d’ingresso della Comuna 13. Qui vivono più di 140mila per- sone, distribuite in diciannove quartieri che coprono una super- ficie di 74,2 chilometri quadrati. Questo conglomerato urbano nacque dalle invasioni prodotte alla fine degli anni Settanta da chi viveva nelle periferie della città (come il Basurero Moravia ) e cercava un luogo dove co- struire una casa e un futuro. Gli ultimi, i dimenticati, gli emargi- nati, cominciarono ad occupare appezzamenti di terra apparte- nuti in passato a grossi latifondi- sti caduti in disgrazia e che non potevano più pagare le tasse sulle loro proprietà. Così, prima che il municipio di Medellín potesse disporre di quelle terre, il popolo le reclamò con un atto di giustizia sociale. A questi primi coloni si aggiunsero ben presto intere famiglie sfol- late dalla violenza dei conflitti ar- ottobre 2021 MC 15 Quartieri popolari | Violenza | Milizie urbane | Guerra civile A destra: il primo murale che ac coglie i visitatori alla Comuna 13 di Medellín: poche parole che ma nifestano lo spirito di una comu nità umana riunita dalla memoria e dalla voglia di rivalsa. A sini- stra: bambini giocano a calcio fe lici, nel parco della Comuna 13, di pinto con i colori della bandiera colombiana. Sono loro a dare un’immagine di serenità e appro priazione degli spazi, impossibile da vedere 20 anni fa. * A MC Nata dalle invasioni, all’inizio la Comuna 13 mancava di acqua, corrente elettrica, latrine, polizia. " © Diego Battistessa
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