Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021
librarsi film 82 agosto-settembre 2021 MC calizzato sul «petrolio italiano»: la cultura. I prossimi mesi ci diranno se il pubblico gradisce e se il pro- getto di Dario Franceschini ha colpito nel segno. Qualche perplessità c’è anche sui prezzi, non proprio bassis- simi, sia per i noleggi che per gli acquisti. Al netto delle critiche, però, oggi esiste un luogo sul web dove po- ter trovare un catalogo tutto fo- socio da parte del ministero per realizzare il progetto, cioè Chi- liTv (un privato che ha già una piattaforma on demand ) e non la Rai, che con la sua RaiPlay ha un know how più che collaudato e affidabile. La critica è sensata. «GRAZIE AL CIELO» I n questo periodo così li- quido (per dirla alla Bau- man), anche per il cinema, vale la pena segnalare l’uscita dell’ultimo film del cuneese Remo Schellino, classe 1965. S’intitola «Grazie al cielo» e Schellino, che lo ha scritto e prodotto, lo racconta così: «Quella che racconto è la storia di Franco Dalmasso detto “Poli- tica”, un uomo che ha fatto una scelta. Da 1978 fino al 2019 ha vissuto a ridosso di una casa tra i boschi di Cerati a Boves, nel cuneese, senza corrente elettrica, gas e televisore. L’ac- qua la prendeva alla sorgente e il fuoco lo teneva perenne- mente acceso. Si era sistemato utilizzando solo l’esterno di una casa, il cortile, il portico e il balcone dove dormiva tutto l’anno. «Mi piace addormen- tarmi quando fa buio - afferma nel film - e svegliarmi con il chiarore dell’alba e guardare il cielo». Un pacifista, uomo di monta- gna, militante politico negli anni ’70 e ’80. Un orto ben col- tivato, una vasta conoscenza di tutte le proprietà delle erbe spontanee che usa per curarsi i piccoli malanni stagionali. Legge, si informa dei fatti del mondo tramite una radio ali- mentata a batterie sempre sin- tonizzata su Radio Popolare di Milano. Le poche volte che scendeva a Boves, si recava in biblioteca per il prestito di libri. Franco tende a precisare: «Non sono un guru, per nulla, non mi at- teggio a maestro e, come diceva Socrate, so di non sapere. Ho ancora molte cose da impa- rare». «Ho conosciuto Franco nel giu- gno 2012 - racconta il regista Remo Schellino -, e da allora siamo diventati grandi amici e i nostri incontri sono diventati lunghe chiacchierate che ho re- gistrato e filmato sino al 2019 quando si è trasferito in un’abi- tazione di amici in una frazione di Boves. Abbiamo fatto anche molte lunghe camminate nel bosco durante le quali lui mi inse- gnava le varie proprietà cura- tive di determinate erbe spon- tanee. Si parlava di politica, del senso della vita, della morte e di come lottare per un mondo a dimensione di uomo. Dal suo saper ascoltare; dalla sua capacità di raccontarsi e di raccontare il vissuto della sua vita scavando dentro l’animo umano e lasciando piano piano affiorare i sentimenti veri; e dal nostro girovagare tra gli alberi, è nato il film Grazie al cielo ». Il film, che dura un’ora, è un’autentica piccola perla, ma, come succede a tante perle del cinema, non avrà una distribu- zione tradizionale. Visto che Remo Schellino non è nuovo alle produzioni di nic- chia e di valore che raccontano storie considerate a torto dai broadcaster di poco interesse, la distribuzione dei suoi film se l’è letteralmente inventata. Si chiama «Cinema itinerante», ed è tutto stipato sulla sua vec- chia R4: schermo, proiettore, impianto audio. Lo chiamano piccoli comuni, pro loco, asso- ciazioni della zona, ma non solo. Fin dove la sua R4 arriva, arrivano il suo cinema e le sue storie. Le prime proiezioni di Grazie al cielo hanno già registrato il sold out . Mai meno di 80 persone per ogni proiezione. La scorsa estate, tra un lock- down e l’altro, Remo Schellino ha totalizzato una trentina di date con una media di 70 spet- tatori. Oltre duemila persone davanti al grande schermo montato in piazza. Il cinema continua a essere una splendida magia anche al tempo dello streaming . Sante Altizio Qui: il regista e produttore indi pendente Remo Schellino mentre parla con il protagonista del suo film «Grazie al cielo», Franco Dal masso, di Boves (Cn). * *
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